giovedì 4 luglio 2013

Mondo Scomparso o del Tacere

I profondi, caldi silenzi delle notti estive dei solitari borghi delle montagne, nascosti tra pieghe e dirupi boscosi dagli accessi dimenticati. Forse qualche sussurro ancora si udiva al sorgere della luna dai fienili o dalle stanze dove dormivano i figli più giovani... Un dialetto rude, una sferza nell'afa oscura dei sentieri, quei sentieri un tempo così vitali nei loro immutabili passaggi, immersi nella penombra delle faggete o nelle sperdute lontananze delle rocce e dei pascoli più in alto, lungo distanze e tempi che abbiamo smarrito. Forse dalle forre dei torrenti mugghianti, o dai greggi delle bestie lontane, qualche suono accompagnava il sonno del pastore. Certo si conosceva bene l'eterno mutismo dei ghiacci e delle nevi, d'inverno, e forse allora anche il più flebile ronzio degli insetti o il più sgraziato canto degli uccelli era atteso con fervore.

La strada appartiene alla Macchina, il sentiero è proprio dell'Uomo. E come poter tornare a immaginare le tenebre chiare dell'estate, e il senso di unione che queste donano, il profumo antico degli arbusti fioriti che aleggia negli anfratti nascosti dei sentieri - come ridimensionare il proprio rapporto col tempo quando si è ormai figli del rumore? Il silenzio è una delle chiavi - ma quanto silenzio ci viene stuprato ogni giorno della nostra esistenza?
(in foto: cala umida la notte sui Laghi Gemelli)


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