martedì 25 settembre 2012

Propaganda esoterica III

Il cancro dell'individualismo caratterizzante la nostra epoca si pone come un grosso ostacolo nei confronti di una ricerca spirituale condotta al meglio. La percezione atomizzante della propria personalità, che diviene centro imprescindibile dell'universo materialista di oggi, non può fare altro che ritardare sempre più la presa di coscienza necessaria ad avviare il percorso della conoscenza. Bisogna tendere quindi, senza paura, alla disgregazione, erodendo i friabili costrutti della propria individualità, immergendosi in una costante e sentita tensione verso l'assoluto.


Con grande consapevolezza e umiltà, bisognerebbe esplorare senza pietà i propri recessi identitari senza remore di sorta nell'utilizzare ogni metodo per farlo, anche quelli socialmente più "esecrabili", così da non avere paura dei propri pensieri, per accogliere con forza ogni profonda sensazione, immedesimandosi in essa fino a scoppiare, annichilire e poi rinascere.
Guardarsi da un punto di vista il più possibile fuori dall'umano, mutando continuamente la propria essenza nell'attraversare le vicende banali di ogni giorno, evitando la "stupida coincidenza con sè stessi" perché del sè non rimane poi molto...
Avere come unica solido ancoraggio quello interiore, sempre all'erta nella consapevolezza del proprio essere fuori dalla fasulla dimensione temporale, perchè concentrato sull'istante.
L'unica cosa che rimane da fare, a questo punto, è cavalcare la frana degli eventi (o la tigre, come volete!), prendere atto delle forze contrapposte e direzionarle verso l'assoluto- o  verso la morte.
Se non esiste il senso, costruirselo con calma e impassibilità, o essere travolti dalla sua mancanza.
(Tiziano, Supplizio di Marsia)