martedì 17 dicembre 2013

La Conoscenza del Tremendo

Il Vijnanabhairava, testo tantrico del sivaismo kasmiro risalente al VII-VIII sec. circa, ha il suo nucleo fondamentale nei centododici metodi yogici ivi indicati e che, attraverso procedure immediate e spesso decisamente "sinistre", puntano al raggiungimento del tipico fine supremo del praticante di questo ambito yoga, ossia l'unione con Bhairava-Siva, il principio universale finale.
Esisteva difatti, anche in questo tipo di religiosità, una contrapposizione tra due diverse modalità operative e conoscitive collocabili generalmente sul sentiero di mano destra e quello di mano sinistra. Da una parte i discepoli del metodo graduale ortodosso (rim-pa), dall'altra quelli favorevoli all'utilizzo di pratiche di esperienza improvvisa e, spesso, estatica (cig-car). Questa divergenza dottrinale si esplicita al meglio nell'episodio del convegno di bSam yas, verso la fine del secolo VIII. Il sovrano K'ri sron Ide btsan, esasperato dai continui contrasti tra le due fazioni religiose, ne convocò i più prestigiosi rappresentanti, e dopo lunghi dibattiti furono decretati vincitori i sostenitori del metodo graduale. I membri della parte avversa non presero bene la sconfitta: in linea con la loro filosofia, si suicidarono tutti, con metodi poco "graduali": si fecero a pezzi, si bruciarono, si mutilarono delle parti intime.
Il Vijnanabhairava, disponibile in Italia solo nella traduzione di Adelphi, è una lettura interessante appunto per questo suo carattere di immediatezza descrittiva: centododici possibilità che a nostro avviso possono risultare utili anche al serio praticante odierno - con tutte le riserve del caso.
Qui di seguito diamo qualche rapido esempio, consigliandone comunque l'intera lettura, dato l'ampio ventaglio di piccole pratiche in esso contenute.

(29).[Questa potenza giova meditarla] ascendente, simile a un lampo, via via attraverso le varie ruote, su su fino allo dvadasanta: così, alla fine, si invera il grande sorgere [di Bhairava].
viene descritto un metodo per favorire l'ascesa di kundalini attraverso i vari chakra (le ruote), fino a sfociare nella corona dello dvasasanta (assimilabile al sahasrara).

(54).Colui che mediti la potenza, prima grossa e poi sottile, nello dvadasanta, e poi, entrato dentro, la mediti nel cuore, ottiene nel sonno la libertà.
si profila la possibilità, tramite questa pratica, di andare a lavorare attivamente sulla sfera del sogno.






 (69).In virtù di una intensa rammemorazione del piacere che dà una donna, coi suoi baci, scotimenti e carezze, pur in assenza di essa potenza [...] si può verificare un'inondazione di beatitudine.
è evidente l'utilizzo dell'energia sessuale - anche in assenza di partner, nella prospettiva dell' "eroe solitario" - nella ricerca dello stato di potenza meditativa.

(106).Resa la mente senza appoggio, lo yogin deve astenersi dal formare pensieri discorsivi ed ecco che [...] raggiunto lo stato di identità tra il proprio sé e il sé supremo, si invera Bhairava.viene qui enunciato uno dei principi fondamentali del meditare: il dover recidere con decisione il sorgere di ogni rappresentazione mentale - in questo caso linguistica - per rendere più probabile l'avvicinamento allo stato supremo.

sabato 30 novembre 2013

Piccolo omaggio alla Valle della Sonna (Torre dè Busi)


Reca ancora tracce del suo millenario passato insubrico - un sentore di ricordi e tradizioni che trasuda dai suoi luoghi pure oggi, evocato da pochi stralci sensoriali, come il profumo delle resine bruciate negli antichi camini delle case. Sfigurata irrimediabilmente dagli scempi irrecuperabili della lebbra edilizia, l'anima raccolta della valle persiste ancora nel fascino delle rocce e dei solchi complicati dei dirupi, attraversati di quando in  quando da forre oscure e umide sul cui fondo scorre qualche sonnolento rivo pronto a ingigantirsi nei grigi giorni di pioggia insistente. Luoghi dal carattere spesso ruvido e aspro, sebbene non si sia ancora "in alto": qui la collina esprime il suo volto più tormentato, eredità diretta della pietra sgretolata del Resegone. Vallette e anfratti fangosi tra i castagneti malati, ruderi di vecchie case e fienili in rovina che occhieggiano con orbite vuote dal buio dei boschi abbandonati, o dalle verdi radure solitarie dei prati del Tesoro, più in alto, laddove un tempo i veri tesori delle famiglie, i pascoli e il bosco, erano ancora gentilmente e faticosamente curati.... Luoghi di leggende anche inquietanti, dove la notte è lunga e fredda perché i pendii delle colline, nei giorni d'inverno, diventano scrigni di ombre che subito si spalancano al crepuscolo.
La vecchia mulattiera che, snodandosi tra i più importanti borghi della valle, costeggia ancora oggi la gorgogliante Sonna, attraversa luoghi dimenticati dal tempo, come la meravigliosa san Michele in procinto di franare su se stessa, e porta infine al valico di Valcava, che conduce alla Val Imagna. Può essere un viaggio interessante, sulle orme secolari dei padri, ideale vagabondaggio con passo lento e meditato, invernale per definizione. Prima che il poco che rimane diventi polvere, vale la pena viverlo, anche se appare così ingannevolmente vicino.
(foto di S., località la Bratta)

giovedì 21 novembre 2013

La Cacciamorta orobica, da Wotan all'uccellatore


E mi sovvien che un vecchio uccellatore
(e noi, fanciulli ancora, intorno intorno
ascoltavamo con pupille immote)
narrava del Diavolo la caccia
pei dossi della squallida Mughera.
Negra di pelo, orribile, con gli occhi 

fiammeggianti,, vedevasi una cagna
fuggire velocissima ululando:
e dietro ad essa un'affannosa muta
di segugi fantastici, e dovunque
voci d'inferno e strider di catene.
                               (B.Belotti, in "Val Brembana", poemetto, 1930)


Ho già descritto precedentemente alcuni aspetti dell'esistenza di un patrimonio di credenze e tradizioni comuni in tutto l'arco alpino e più in generale nell'europa settentrionale, il quale assume di volta in volta diverse forme a seconda del luoghi e delle genti.  Con l'avvicinarsi del Rauhnacht, che sulle nostre montagne, in certi suoi aspetti, venne trasmesso e anticipato al periodo che intercorre tra il Samhain celtico, il giorno dei Morti, e il dì di san Martino, non posso non parlare della leggendaria caccia selvaggia (wilde jagd). Nell'arco di dodici notti, collocate più o meno nel periodo del solstizio invernale, si incontra nella tradizione nordica (Germania e Britannia, poi il resto d'europa) questo tema. Nella fredda oscurità delle valli e dei boschi ormai nudi, Wotan a cavallo di Sleipnir correva in una folle caccia insieme alle legioni demoniache e a Perchta, una forma arcaica di Frigga. Un mito questo essenzialmente solare, legato anche al viaggio di Odino negli inferi, e quindi a morte e rinascita, che nella sue veste orobica assume posteriormente connotati inevitabilmente cristiani. Nel periodo della "festa di Mort" ritroviamo, nella bergamasca, la "caccia morta". Per gli anfratti delle nostre montagne, tra gli scoscesi dirupi boscosi e le gelide forre dei ruscelli, le anime dei cacciatori che in vita non andavano mai a messa erano condannate a seguire per l'eternità la selvaggina, insieme a terribili segugi infernali. La cacciamorta passava facendosi udire dalle gole più profonde delle vallate, con strepiti e urla inumane. Si diceva che solo coloro che durante il proprio battesimo erano stati tenuti in braccio da qualcuno che non aveva recitato le orazioni d'obbligo fossero in grado di udirla.
L'affascinante e millenaria leggenda della cacciamorta era molto radicata tra gli abitanti delle nostre montagne fino a un secolo fa, quando molti di loro narravano con grande timore dei loro spaventosi incontri con quella calca infernale.

http://www.leggende.vallebrembana.org/caccia.html

mercoledì 23 ottobre 2013

AUSTIN OSMAN SPARE: QUALCHE CENNO INTRODUTTIVO
(da una tesi di laurea, senza immagini,note in fondo)


3.1. Introduzione

La definizione di “pensiero magico” data da Prinzhorn è utile per introdurre un ambito, quale è quello che riguarda la magia, spesso molto frainteso nel clima culturale attuale, sia in seno alla cultura ufficiale che, frequentemente, in quello degli stessi circoli di studi e di pratiche occulte. Si è visto come gli artisti medianici presentati nel precedente capitolo fanno delle loro speciali facoltà un uso fondamentalmente passivo, lasciandosi guidare da forze ignote, più o meno interne o esterne all'identità dell'artista coinvolto. L'approccio di Austin Osman Spare, e quello magico in generale, è profondamente differente. Tramite anche l'uso della sua creatività artistica, l'artista inglese cercava di influenzare su diversi livelli la struttura della “realtà”, esplorandone al contempo i più reconditi recessi. È proprio questo il meccanismo di base su cui si fonda la pratica magica moderna: l'azione creativa che il mago esercita sul tessuto del reale ricorrendo alla sua volontà30. Un modus operandi che richiede, a chi ne voglia intraprendere i sentieri, una grande consapevolezza e la capacità di mettere in gioco le proprie acquisizioni precedenti, nonché la propria elasticità intellettuale.
Austin Osman Spare (d'ora in poi AOS) mosse i suoi primi passi in un contesto culturale, quello della Londra di inizio Novecento, profondamente permeato di occultismo. È il periodo in cui fiorirono importanti logge iniziatiche31, e in cui Aleister Crowley, la Grande Bestia, provocò maggior scalpore. Esisteva anche una certa opposizione generale, tra coloro che praticavano la magia – in primis quella cerimoniale – nei confronti degli spiritisti e delle loro sedute32. Vi è quindi una grande diversità di approcci e intenti in AOS rispetto ad altri artisti che fecero comunque dell'automatismo la loro componente creativa primaria.


3.2. Cenni biografici

Austin Osman Spare nasce il 30 dicembre 1886 a Londra, nel quartiere Snowhill, da Elisa Anna Osman e Philip Newton Spare. Terzo di cinque figli, cresce un po' trascurato dalla madre. Nel 1894 la famiglia si trasferisce poi nella zona di Kennington, a sud della città. In questo periodo della sua infanzia, AOS fa il suo capitale incontro con un'amica di famiglia, la signora Paterson, che influenzerà enormemente tutto il suo pensiero occulto futuro. La consistenza reale dei rapporti che occorsero tra il giovane AOS e la Paterson sono in realtà tutt'oggi piuttosto oscuri, anche per il fatto che lo stesso artista non ne parlò molto in vita. Spare affermò che essa discendeva da una famiglia di streghe di Salem33, e che fu lei a introdurlo magicamente sul sentiero della stregoneria e delle pratiche sabbatiche.
Dal precoce talento artistico e con una predisposizione per la matematica, il giovane AOS vince nel 1902 una borsa di studio al Royal College of Art, al quale poi si iscrive. In questi anni comincia già a frequentare i circoli e gli ambienti cittadini legati all'occulto, e artisticamente giunge a quelli che saranno i caratteri fondanti del suo stile, sia per tecniche che per tematiche. Nel 1905, all'età di diciannove anni, pubblica privatamente il suo primo libro, Earth Inferno, che comprendeva prosa, disegni e citazioni da Dante; è una polemica spirituale nei confronti del mondo moderno, che contiene però già diversi concetti centrali del suo sistema magico. La critica cominciò da subito a interessarsi del suo talento, notando l'affinità delle sue produzioni con i lavori di artisti allora in voga, come Klinger e Beardsley. La reazione generale a Earth Inferno fu di distacco, nonostante la capacità artistica che gli si attribuiva: questo a causa dei contenuti delle sue opere, reputati altamente immorali. Nel 1907 pubblica il suo secondo libro, The Book of Satyrs, che contiene prevalentemente disegni, ed espone un centinaio delle sue opere nel West End, suscitando non poche polemiche34; qui fa il suo primo incontro con Aleister Crowley, che lo porterà a immergersi ancora di più nelle simbologie dell'occulto. Nei successivi quattro anni lavora al libro che maggiormente illustra i capisaldi filosofici e magici del suo pensiero: The Book of Pleasure, che pubblica nel 1913. In questo testo troviamo anche l'aspra critica che AOS rivolge alle società iniziatiche del tempo, e che egli frequentava già dal 1909, anno in cui firmò il voto di novizio nell'A.A. di Crowley35 adottando come nome magico Yihoveaum. Interessante è un passo del Book of Pleasure, nel quale è evidente il richiamo a Crowley stesso:

"Questi maghi, la cui insincerità è la loro salvezza, non sono altro che i dandies disoccupati dei bordelli. La Magia è unicamente la propria capacità di attrarre senza chiedere, cerimonia che è spontanea, senza affettazione, la cui dottrina è negazione della loro […]. Vampiri, essi sono uguali ai pidocchi con il loro fascino […] condannati da se stessi nella loro disgustosa obesità, nella loro mancanza di potere, e senza neppure la magia del fascino personale e della bellezza, offendono con il loro cattivo gusto e il mercanteggiare onde avere pubblicità36."

Nel 1911 AOS sposa una donna più grande di lui, Lily Gertrude Shaw, ma il matrimonio non durerà che qualche anno. Nel 1915, insieme a John Lane, fonda Form – A Quarterly of Arts, una rivista trimestrale di arti varie, che vide tra i suoi collaboratori anche Yeats. Il coeditore della rivista, l'incisore Frederick Carter, condivide con Spare il gusto per il macabro e il sinistro; insieme firmano, nel primo dei due soli numeri che usciranno, un articolo sul disegno automatico. L'insuccesso della rivista fu causato principalmente dalla sua eccessiva propensione per argomenti occulti e scomodi nel contesto dell'epoca; nel secondo numero (novembre-dicembre 1921) un articolo contenente formule di evocazione demoniache firmato dal Capitano Fuller, a sua volta membro dell'A.A. molto vicino a Crowley, venne illustrato dallo stesso AOS37. Successivamente Spare, a causa della guerra, deve arruolarsi nel corpo medico della Royal Army. Nel 1921 riesuma la testata sotto altro titolo (The Golden Hind), pubblicandone altri tre numeri, sempre ancorati al gusto estetizzante e di matrice simbolista di inizio Novecento, ormai sentito come poco attuale nel clima post-bellico. Sempre quest'anno scrive un altro suo libro, Focus of Life: the Muttering of Aaos, corredato di illustrazioni e frontespizio in xilografia, nel quale consolida gli insegnamenti dei suoi precedenti lavori. Tre anni più tardi pubblica il suo ultimo lavoro, Anathem of Zos: the Sermon to the Hypocrites, un ulteriore durissimo attacco alla società del tempo. Da questo momento in avanti AOS si isolerà sempre di più, concentrandosi sul lavoro magico e vivendo in povertà, trasferendosi da un atelier all'altro nei sobborghi a sud di Londra, dipingendo soggetti ai margini della società e vendendo a prezzi irrisori i suoi dipinti. Una solitudine che lo spinge in profondità nella ricerca interiore:

"I profeti e i veggenti erano eremiti. A causa delle circostanze ho vissuto per mesi una vita da eremita. La povertà mi aveva portato a vivere da solo. Fu in parte per scelta, in parte per costrizione. Il risultato è stato lo sviluppo psichico38."

Rimasto ferito durante un bombardamento su Londra nel corso del secondo conflitto mondiale, perde temporaneamente l'uso delle braccia, ma le sue condizioni di salute rimarranno sempre precarie, fino alla sua morte, avvenuta il quindici maggio 1956.


3.3. Alcuni aspetti del Culto di Zos Kia

Mario Praz, ne La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, utilizza ben poche parole per designare il personaggio Spare, paragonandolo a Crowley e definendolo «un altro occultista satanico inglese […] di cui può vedersi The Book of Pleasure […] con strambe illustrazioni simboliche»39.
In effetti AOS rappresenta un caso particolare nel panorama esoterico e artistico di inizio Novecento, a causa dell'eccentricità di molte sue opere, pervase di erotismo e occultismo, e del suo sistema magico, sotto diversi punti di vista innovativo, per quanto all'apparenza, in campo esoterico, il termine “innovazione” non abbia in sé molto senso. Le pratiche da lui ideate ed utilizzate si rifanno infatti in fondo a concetti basilari e antichi della conoscenza iniziatica di tutte le culture, che vanno dal raggiungimento di condizioni estatiche di coscienza, all'evocazione di forme-pensiero, dai “viaggi” in altre dimensioni o piani del reale, all'utilizzo delle possibilità date dalla sfera della sessualità secondo i fini perseguiti dall'operatore.
L'insieme delle conoscenze occulte elaborate da Spare è noto come Culto di Zos Kia e fa del dualismo rappresentato da questi termini uno dei suoi pilastri fondanti. Zos, oltre ad essere il nome magico adottato da AOS, designa, nelle sue parole, il «corpo considerato come una totalità»40, ossia tutto ciò che è incarnato e manifestato, che si differenzia dall'Assoluto non manifestato. Zos è simboleggiato spesso, nelle opere di Spare, dalla mano, l'organo della sensibilità. Il Kia è invece ciò da cui scaturiscono l'Essere e tutte le forme manifestate, l'origine senza forma, uno «stato che non è», in cui «non vi è coscienza in alcun senso che tu sei “ciò”»41, rappresentato invece dall'occhio, quale simbolo della visione illimitata e della coscienza assoluta, unica realtà: «Ciò che non è manifestato è l'Assoluto; ciò che è manifestato è realtà, come tutte le sue differenziazioni»42. Zos Kia è quindi un dualismo fondamentale tra Essere e non-Essere, illusione e realtà che richiama certi aspetti della filosofia gnostica, che Spare aveva avuto occasione di studiare43. Questa condizione essenziale di dualità, che vede la lontananza dell'essere dalla sua fonte assoluta, e che contraddistingue in sintesi ogni stato “normale” della vita quotidiana dell'essere umano, è valicabile, nell'ottica di AOS che in questo caso assume tinte mistiche, tramite un'appropriata ed ingegnosa operazione magica, da lui battezzata come “Posizione della Morte”. Questa è una pratica avanzata che viene descritta nel Book of Pleasure44, e che, se ben eseguita, può condurre alla dissoluzione della coscienza “ordinaria” e al conseguente contatto con la vera realtà del Kia. Si tratta di un processo che comporta la negazione del pensiero concettuale, e che porta alla disattivazione del razionalismo dell'Ego e quindi alla beatitudine, o assunzione del Kia45. L'operazione, che si divide in tre fasi, di cui la prima è una suggestione auto-ipnotica tramite lo specchio, si configura come un vero e proprio rituale di simulazione della morte fisica46, una «simulazione di morte con completa negazione del pensiero»47. In uno dei disegni che illustrano la Posizione della Morte, ritroviamo sulla destra convulsive linee automatiche che profilano la figura del praticante, il cui volto appare al livello del sesso, perché la razionalità dell'Ego simboleggiata dalla testa, qui mancante, è ormai vinta. Sulla sinistra appaiono i motivi ricorrenti dell'occhio e della mano, ora uniti, corredati da molti simboli e sigilli.
La Posizione della Morte soddisfa ciò che si potrebbe definire la “componente mistica” del culto di Zos Kia, la ricerca di una unione con l'assoluto, ma è solo una parte di esso. Dall'altro lato c'è tutto l'insieme di pratiche magiche nel vero e proprio senso della parola, che sono state esposte da Spare con un linguaggio a volte volutamente oscuro e bizzarro nelle sue varie opere, scritte e grafiche. Un aspetto centrale in questo senso è l'uso dei sigilli. Spare, influenzato molto probabilmente dagli studi effettuati come studente al Royal college of Art riguardanti l'arte antica di egizi, sumeri e babilonesi, inizia a lavorare con i sigilli all'epoca di A Book of Satyrs, nel 1906 circa. In uno dei disegni contenuti nel libro (fig.19), sulla destra del busto di donna in primo piano, se ne possono trovare cinque. Un sigillo è idealmente un mezzo grafico utilizzato in magia in grado di direzionare al meglio la Volontà del mago facendo in modo che questa si realizzi. AOS progressivamente fa del loro uso uno dei perni del suo metodo magico personale, e man mano che ne scopre le diverse potenzialità anche la loro presenza nei suoi disegni muta, dal semplice monogramma degli esordi agli elaborati sigilli delle opere dai contenuti occulti successive.
Il metodo di creazione dei sigilli è relativamente elementare48, e, se correttamente eseguito, permette di ottenere «una forma semplice che si può facilmente visualizzare a volontà e non ha una relazione pittorica troppo evidente con il desiderio»49. La non immediata associazione tra sigillo e desiderio è essenziale affinché questo si realizzi. Infatti, secondo Spare, solo tramite il completo oblio del desiderio, ovvero il suo essere celato alla mente cosciente, è possibile giungere alla sua rapida realizzazione, un processo da lui definito “unione attraverso la disponibilità assente”. Diversi sono i metodi possibili per rimuovere la coscienza del desiderio, come le pratiche di concentrazione dello yoga o la “sigillazione”, che consiste nel mescolamento di diversi sigilli raffiguranti desideri perenni e periodici (denaro, donne...) di modo che, passato qualche giorno, ci si dimentichi dell'effettivo significato di ognuno.
Uno dei possibili usi dei sigilli dati da Spare riguarda il disegno automatico, i cui meccanismi possono essere attivati tramite la concentrazione totale su di essi, volta al raggiungimento di uno stato di non-coscienza.

3.4. AOS e il disegno automatico

Sul primo numero della rivista di arti varie Form apparve un articolo, firmato da Spare e il coeditore Carter, dedicato interamente al disegno automatico, che si apre con una riflessione sui limiti dell'arte intesa come mimesi del reale:

"[l'artista] è così costretto a scoprire, dagli artisti che lo hanno preceduto, l'esistenza, nella rappresentazione della forma reale, di sostituti delle esattezze immediate; egli scopre in sé stesso una coscienza selettiva ed è soddisfatto […] dal vasto campo offerto da questa estesa e semplice consapevolezza. Eppure al di là di questa consapevolezza esiste una regione, molto più grande di quella, da esplorare. L'intelletto oggettivo, dunque, deve essere attaccato dall'artista, e deve essere usato un metodo subcosciente per correggere l'accuratezza della visione conscia. Nessuna somma di abilità manuale e consapevolezza dell'errore produrrà un buon disegno50."


L'ottica presa in esame è inizialmente quella della ricerca di ciò che permette di distinguere un «buon disegno» da quello che è semplicemente frutto del «solo interesse e dell'abilità», e questo viene individuato nella capacità dell'artista di esprimere la pienezza delle proprie idee liberandosi dalle influenze dei maestri e degli stili precedenti. Il mezzo più semplice ed efficace che conduce a questo risultato è individuato nell'automatismo:

"Uno scarabocchio “automatico” di linee torte ed intrecciate permette al germe dell'idea presente nella mente subconscia di esprimersi, o almeno lo suggerisce alla coscienza. Da questa massa di forme feconde, satura di fallacia, un debole embrione di idea può essere selezionato dall'artista e condotto alla crescita ed alla potenza piena […]. Il disegno automatico, uno dei più semplici fenomeni psichici, è un mezzo di espressione caratteristico e se usato con coraggio e onestà permette di registrare le attività subconsce della mente."


Spare presenta quindi una vera e propria riflessione teorica sul perché e sul come un artista possa ricorrere a una tecnica automatica che, nei circoli spiritici, veniva invece recepita come un “dono” da prendersi così come era dato. Egli si spinge oltre, nel notare l'affinità esistente tra il disegno automatico, «uno dei più semplici fenomeni psichici», e i meccanismi dei sogni, «che creano percezioni rapide di relazioni nell'imprevisto, come sintomi sensoriali e psiconeurotici»51.
Attraverso la pratica del disegno automatico, l'artista in grado di rendere il suo subconscio creatore, «evitando che la percezione tattile e la conoscenza pre-concettuale (non verbale) si trasformino in un dialogo interiore»52, si libera di ogni acquisizione conscia precedente, attivando un «mezzo di espressione vitale» in grado di liberare «le statiche verità fondamentali»53: l'automatismo diviene fonte di conoscenza quasi archetipica, resa possibile dall'esaltazione data dalla condizione estatica nella quale si trova il subconscio nel momento creativo. Per AOS il disegno automatico non è una sorta di potere concesso da sconosciute entità spirituali, ma una vera abilità che qualsiasi artista, esercitandosi, può imparare ad utilizzare.
Nel Book of Pleasure il procedimento per raggiungere l'automatismo è esplicitato chiaramente:

"Il Disegno Automatico si ottiene dalla Formula del Sigillo semplificata (rendete prima organico il desiderio di disegnare) ed è un modo per acquistare l'attività subconscia espressa in maniera grafica […]. La mano deve essere esercitata per mezzo di una continua pratica a lavorare liberamente e spontaneamente54."


Tramite l'ausilio di un sigillo appositamente predisposto55 (vedi anche paragrafo precedente), ci si inoltra progressivamente in uno stato di non-coscienza, dal quale si possono cominciare a disegnare semplici linee sinuose e contorte – alcuni esempi grafici li dà AOS stesso56 – che man mano possono evolvere verso rappresentazioni più complesse. Minore è la presenza della mente cosciente, maggiore è la probabilità di successo:

"Quando la mente è assente, un grande successo è assicurato. Guardare il pollice alla luce di un raggio di luna fin quando non diventi opalescente e non suggerisca un fantastico riflesso di te stesso, è un mezzo per ottenere gran perfezione: si raggiungono risultati straordinari57."


L'accento cade ancora sulle possibilità conoscitive che questa tecnica serba per coloro che siano in grado di utilizzarla attivamente:

"In questo modo tutte le incarnazioni passate possono essere espresse; tutte le creazioni viste senza il minimo sforzo. I disegni automatici sono anche il mezzo di visualizzare le sensazioni in modo simbolico […]. C'è anche il modo di predire le ultime reazioni deducendole dalle azioni passate58."

Un uso “magico” dell'automatismo grafico quale mezzo di esplorazione dei mondi interiori, capace di portare alla luce i recessi oscuri dell'identità, per assimilarli e non esserne più vittime passive, al di là di ogni credenza precedente, al di là addirittura dei limiti fisiologici della patologia:

"Il Disegno Automatico è una cura per la pazzia, perché porta alla luce il sentimento ferito, permettendo alla consapevolezza di riconoscere ciò che è ossessionante, così che il controllo della ragione ricominci da capo59."


La figura del Mago, quale iniziato in grado di sondare gli anfratti del reale senza esserne sopraffatto, si svela anche in queste parole, differenziandosi nettamente dall'approccio volutamente passivo adottato dalla gran parte degli artisti-medium esaminati. I disegni automatici di Spare, dagli inizi del Book of Pleasure ai raffinatissimi esempi della maturità, «equivalgono quasi ad una masturbazione lungo una linea che si avvolge a spirale su se stessa e risale il piano inclinato dell'estasi»60.
Il confine che separa arte della follia, arte medianica e arte magica è certamente sottile. Il Novecento ha permesso di gettare uno sguardo più approfondito in questi ambiti destinati forse a rimanere nell'ombra per la loro stessa natura. Se da una parte, scientificamente parlando, si è sempre al limite di esperienze tutto sommato ancora incomprese, dall'altro, queste stesse esperienze possono fungere da segnavia per coloro che, dotati di uno spirito saldamente ancorato a principi interiori essenziali, siano alla ricerca di una visione differente della realtà, che sia forse in grado di far riavvicinare ad essa, al di là di ogni relativismo.

"L'Arte sola avendo il dono delle lingue ha una comprensione universale, quindi conoscere i suoi principi è il sentiero iniziale verso la Saggezza e la Conoscenza61."

un ringraziamento a Roberto Migliussi e a Labirinto Stellare.









30Crowley definisce la magia come «la Scienza e l'Arte di causare cambiamenti in conformità con la Volontà». A.CROWLEY, Magick (1929), Astrolabio-Ubaldini editore, Roma, 1976, p.167.
31La più famosa di queste è senz'altro la Golden Dawn, fondata nel 1888 da William Wynn Westcott, William Robert Woodman e Samuel Liddell MacGregor Mathers. Tra i suoi accoliti , oltre a Crowley e ad AOS stessi, vi furono A.Machen, W.B.Yeats, A.Blackwood, B.Stoker.
32A tal proposito, Crowley stesso scrisse: «gli spiritisti si rendono volutamente passivi e, anziché impiegare qualche metodo di protezione, invitano volutamente tutti gli spiriti, i demoni, gli involucri dei morti, tutti gli escrementi e il sudiciume della terra e dell'inferno a coprirli di fango […] tutti gli spiritisti, più o meno, si riducono così. Sentono il sudiciume dovunque; le loro aure sono lacere, sporche e maleodoranti; trasudano il liquame dei cadaveri in putrefazione». A.CROWLEY, op.cit., p.369.
33Capoluogo della contea di Essex, fu per tutto il Seicento porto di primaria importanza; è ricordata oggi per la grande caccia alle streghe del 1692, un episodio di psicosi collettiva che portò alla condanna a morte di diciannove persone.
34L'Observer del tre novembre scrisse: «Il signor Spare si mostra al pubblico, alla galleria Bruton, con un'ampia collezione dei suoi disegni ed alcuni quadri che dovrebbero richiamare nello stesso tempo l'interesse dei suoi colleghi artisti e dei patologi, perché l'arte del signor Spare è anormale, malsana, selvaggiamente fantastica e incomprensibile, e per giunta del tipo che può far esitare il padre di famiglia a condurre sua moglie e sua figlia a questa galleria...». Cit. in F.PARISI, Lucifer over London, l'opera grafica di Austin Osman Spare dal 1904 al 1927, articolo reperibile in http://www.labirintostellare.org/content/lucifer-over-london-lopera-grafica-austin-osman-spare-dal-1904-al-1927-0
35L'Ordo Argentei Astri (A.A.) venne fondato da Crowley nel 1909. Egli, dopo essere stato espulso dalla Golden Dawn a causa di forti contrasti con Mathers, aveva aspirato a creare un ordine magico del quale essere capo, ordinandone le gerarchie e scrivendone i rituali. L'annuncio della fondazione del nuovo ordine venne dato sul primo numero della rivista occulta The Equinox (marzo 1909), da lui diretta. Si veda J. SYMONDS, Aleister Crowley, La Bestia 666, Edizioni Mediterranee, Roma, 2006.
36A.O.SPARE, Il Libro del Piacere, Edizioni Librarie Franco Spinardi, Torino, 1993, pp.16-17.
37F.PARISI, op.cit.
38Cit. in A.O.SPARE, A Book of Automatic Drawings, I-H-O Books, Londra, 2005, p.9. (traduzione nostra).
39M.PRAZ, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Sansoni editore, Firenze, 2003, p.281.
40A.O.SPARE, Il Libro del Piacere, op.cit., p.45
41Ivi, p.47.
42Cit. in G.SEMPLE, Zos Kia, un saggio introduttivo all'arte e alla magia di Austin Osman Spare, edizione privata a cura di R.Migliussi e S.Landi, Pontedera, 2003, p.7.
43Ibidem.
44A.O.SPARE, Il Libro del Piacere, op.cit., pp.36-37.
45La Posizione della Morte ha molte similitudini con diverse altre pratiche tradizionali volte al medesimo fine, ovvero la fusione tra l'individualità e la divinità, tra soggetto e oggetto. Si veda in particolare il Samadhi yogico, stato dell'essere raggiungibile solo attraverso l'esperienza di definiti stadi precedenti.
46Una tipologia rituale che si ritrova nella tradizione tantrica, ma che AOS all'epoca del Book of Pleasure non poteva conoscere.
47Cit. in G.SEMPLE, op.cit., p.26.
48A.O.Spare, Il Libro del Piacere, op.cit., p.82.
49Ibidem.
50A.O.Spare e F.Carter, Il Disegno Automatico (1916), articolo reperibile su:
tutte le citazioni che seguono sono tratte da qui.
51Spare, nel Book of Pleasure, afferma di avere iniziato a sperimentare i disegni automatici nel 1900 circa, quindi ben prima della nascita delle intuizioni surrealiste a riguardo. A.O.Spare, Il libro del Piacere, op.cit., p.91.
52G.SEMPLE, op.cit., p.16.
53Vedi nota 50.
54A.O.Spare, Il Libro del Piacere, op.cit., p.90.
55«Per determinare ciò che volete disegnare, come un Karma particolare o la vostra idea di un Cavallo, fate quel sigillo e concentratevi su di esso». Ivi, p.91.
56Ibidem.
57Ibidem.
58Ibidem.
59Ibidem.
60K.GRANT, Il risveglio della magia (1972), Astrolabio-Ubaldini editore, Roma, 2004, p.155.
61A.O.SPARE, La Logomachia di Zos, p.2, reperibile su http://www.labirintostellare.org/content/la-logomachia-zos

martedì 24 settembre 2013

Il ritorno del buio - Autunno

Autunno, tempo di mutamento & di concentrazione di forze, dopo la grande espansione associata spesso a dispersione dell'estate. Con il languire sempre più precoce dall'oro al rosso vinoso dei pomeriggi di questo periodo, ritorna anche con prepotenza la consapevolezza e il senso del morire, soprattutto all'imbrunire del giorno. Bisogna quindi tentare di fare l'esatto opposto di quel che per me è diventato un procedimento comune nelle luminose giornate primaverili, avendo come obbiettivo e risultato finale il medesimo:
"fare di tutto quell'aereo splendore Potere"...
Fare delle tenebre che calano sullo spirito una forza di consapevolezza oscura, perno delle operazioni autunnali. Tutto ciò in vista delle dodici notti del Rauhnacht, la caccia selvaggia, il periodo magico più importante dell'anno sotto diversi aspetti, la porta solstiziale degli dei (uttarayana).

Corrispondenze stagionali: Acqua, Ovest, Tramonto solare, Ondine, Adarael, Tarquam, Gualbarel.


sabato 20 luglio 2013

In alto - Un dono


20 Luglio 2013 - Ornica

Oggi ho sentito ancora il sussurro dell'Inverno. Andavo verso il pizzo di san Giovanni, nei pressi di un canalone selvaggio e all'apparenza silenzioso, cinquecento metri sotto la vetta del Tre Signori, ai piedi delle sue vertiginose ma solide pareti meridionali.
Una solitaria baita è l'unica traccia dell'uomo in quell'angolo nascosto della valle, seppur così relativamente vicino al 101, il quale gli passa sopra ignaro, andando a circondare la montagna verso il rifugio Grassi.
Giungevo lì dalla cima Fontane, presa dalla baita dei Ciarei sul suo ripido versante sud-orientale. Tagliando a mezza costa sui prati di erba olina infradiciata dalla rugiada notturna, sono infine arrivato nei pressi di questo canalone, coperto ancora da un vecchio ma tenace nevaio invernale... che capolavoro cromatico! Il grigio opaco dei Tre Signori, il verde profondo dei pascoli di luglio e questa  lama bianca e sottile giù a precipizio dai bastioni soprastanti; e su tutto il blu luminoso, alto, del cielo assolato.
Per proseguire dovevo superare il nevaio. Avvicinandomi però, avvertito da un sommesso gorgogliare, ho capito che questo nascondeva un torrente. Con cautela mi ci sono accostato - in certi punti la neve apriva delle bocche, sottili e gocciolanti, che lasciavano vedere la vena d'acqua sottostante, che a tratti si trovava ben al di sotto di grosse e scivolose rocce che non mi convincevano.
Sono così salito un pò costeggiando il nevaio, in cerca di un punto in cui la neve fosse ancora sufficientemente solida per reggere il mio esile peso e farmi così proseguire dall'altra parte. Ho trovato alla fine un passaggio nei pressi di un'altra apertura nella neve; passandoci in parte con cautela, un'improvvisa folata di aria gelida, vecchia e pura, mi ha fatto rabbrividire... L'apertura era grande abbastanza da formare una vera, piccola grotta dalla bianca volta di neve, la quale si perdeva salendo, abbracciando il torrente in una fredda oscurità.

Eccomi avvolto di nuovo dall'inverno. Un lontano richiamo e una visione si rinnovano ancora...
Ardeva un fuoco alle pendici di monti eterni e immensi, sotto un cielo plumbeo e innaturale, mentre in silenzio cantavo del freddo primordiale la cui runa è Is...

Arcaico terrore delle notti invernali,
Perchta,
Sorgi dalla putrescenza dell'anno che è morto
Il tuo grido riempie di paura il bosco innevato
Mentre da muschio e nere radici il tuo ruvido corno si leva nel crepuscolo!
Vegliarda e immemore guardiana delle greggi
Sterile saggezza di inverni dimenticati
Affonda il nostro cuore nel profondo della terra
E tempra nel ghiaccio le nostre debolezze!


Entusiasta di questo ennesimo dono della Montagna, sono infine tornato sui miei passi per proseguire il cammino - per farlo fin quando mi sarà concesso di farlo.

lunedì 15 luglio 2013

Energia sessuale: considerazioni semplici

"Io sono il Serpente segreto avvolto pronto a sorgere: nel mio avvolgermi c'é gioia. Se alzo la mia testa, io e la mia Nuit siamo uno. Se abbasso la mia testa, ed espello veleno, allora è il rapimento della terra, ed io e la terra siamo uno".                                       
Liber AL vel Legis, II, 26

Prima di inoltrarmi nell'argomento, voglio sottolineare che tutto ciò che si trova su questa pagina è frutto di riflessioni personali basate sull'esperienza, e come tali condivisibili o meno. Cerco fondamentalmente di dare un'interpretazione "oggettiva" di fatti inevitabilmente soggettivi che concernono l'esoterismo, l'arte, la religione e in generale la spiritualità: ben lontano da me è il desiderio di "fare teoria" raccogliendo materiale qua e là in modo a-critico, senza avere una minima esperienza riguardo ciò di cui sto cercando di parlare. Chiarisco questo perché l'argomento in oggetto può essere purtroppo facilmente frainteso.
Non identifico primariamente l'energia sessuale con i soli mezzi fisici di essa (spasmi, secrezioni varie, etc); in questo senso, questa è una pulsione che è già stata ben descritta dalla psicoanalisi. Prendo quindi come punto di riferimento occulto un'energia sottile, ma enormemente potente, che nella maggior parte degli esseri viventi - e nella maggior parte degli uomini - rimane in uno stato di inerzia fino al suo destarsi all'approssimarsi delle necessità riproduttive nella vita di tutti i giorni. In un senso più specifico, l'energia sessuale in questa posizione "normale" è del tutto rivolta verso il basso, la terra, ovvero la creazione fisica, la divisione dell'unità che si esplicita in Malkuth; si assiste alla dispersione (maschile) di quest'energia che viene trasferita nel dolce recipiente femminile dove darà avvio all'ennesimo processo riproduttivo. Questo è il simbolismo che si ritrova nel tantrico Muladhara chakra dai quattro petali, con al centro l'elefante e il tattva prithvi.
Per questo è importante cercare di sondare le proprie possibilità sessuali senza timore di ciò che si potrebbe riconoscere come proprio: questa introspezione aiuta l'adepto a ottenere una maggiore conoscenza di una parte fondamentale della propria identità, per cercare di utilizzarla senza lasciare che prenda il sopravvento e finalmente iniziare a controllarla. Si noti al contempo che "controllo" non equivale assolutamente a "castità": molte volte è anzi più deleterio il trattenere eccessivamente che il disperdere con moderazione, così come chi vuole dimagire non deve per forza ridursi alla fame per farlo.
Si tenga poi presente che l'identità sessuale copre un raggio di manifestazioni ben più ampio rispetto a quello della mera pulsionalità istintuale, e la sua esplorazione acquisice senso proprio in quest'ottica.
In tale percorso di conoscenza, attraverso le pratiche appropriate, ci si comincierà ad accorgere di come l'energia sessuale sia di capitale importanza per l'accrescimento della propria consapevolezza occulta, e non solo: se questa energia, invece di essere direzionata verso il basso e la materia, viene convogliata in regioni "alte" del sé, si potrà passare dalla riproduzione alla Creazione, che sia spirituale o a un diverso livello artistica (così come è la sublimazione freudiana). Tramite questa vertiginosa ascensione si può ricondurre all'unificazione ciò che è separato in un arduo processo auto-creativo e magico. In tal senso si possono quindi collocare l'esplorazione qabalistica dei Piani e quella delle possibilità del terribile potere serpentino della Kundalini tantrica, i due processi avendo una inevitabile e ovvia affinità di fondo.

giovedì 4 luglio 2013

Mondo Scomparso o del Tacere

I profondi, caldi silenzi delle notti estive dei solitari borghi delle montagne, nascosti tra pieghe e dirupi boscosi dagli accessi dimenticati. Forse qualche sussurro ancora si udiva al sorgere della luna dai fienili o dalle stanze dove dormivano i figli più giovani... Un dialetto rude, una sferza nell'afa oscura dei sentieri, quei sentieri un tempo così vitali nei loro immutabili passaggi, immersi nella penombra delle faggete o nelle sperdute lontananze delle rocce e dei pascoli più in alto, lungo distanze e tempi che abbiamo smarrito. Forse dalle forre dei torrenti mugghianti, o dai greggi delle bestie lontane, qualche suono accompagnava il sonno del pastore. Certo si conosceva bene l'eterno mutismo dei ghiacci e delle nevi, d'inverno, e forse allora anche il più flebile ronzio degli insetti o il più sgraziato canto degli uccelli era atteso con fervore.

La strada appartiene alla Macchina, il sentiero è proprio dell'Uomo. E come poter tornare a immaginare le tenebre chiare dell'estate, e il senso di unione che queste donano, il profumo antico degli arbusti fioriti che aleggia negli anfratti nascosti dei sentieri - come ridimensionare il proprio rapporto col tempo quando si è ormai figli del rumore? Il silenzio è una delle chiavi - ma quanto silenzio ci viene stuprato ogni giorno della nostra esistenza?
(in foto: cala umida la notte sui Laghi Gemelli)


domenica 23 giugno 2013

Stati normali della mente e meditazione

Propongo, in leggerezza, una piccola idea di schema con la quale penso ci si possa avvicinare a osservare due basilari stati della mente (veglia, sonno) correlandoli alla meditazione e a pratiche simili:
Solitamente i primi livelli di iniziazione ai diversi percorsi esoterici constano nel cominciare a fare "oscillare" l'adepto da uno di questi poli all'altro, facendo in modo così che la sua consapevolezza essenziale si desti e si approfondisca. Ad esempio, muovendosi tra MdS e SM sono possibili, a seconda delle diverse energie in gioco, le molteplici esperienze affini a Yesod (o Gamaliel), la sephira della Luna che inizia ai mondi astrali.
Questo perché molto probabilmente negli SM si va ad utilizzare al meglio il "cervello rettile" dalle primordiali possibilità: tipicamente per giungere ad essi si tratta infatti di concentrare e "contrarre" le possibilità sfarfallanti della mente "sveglia" evitando ogni sua normale e quotidiana dispersione. Questo procedimento, eseguito correttamente grazie ai pilastri dell'asana e del pranayama, consiste fondamentalmente nel portare al progressivo assopimento delle facoltà dialogiche e immaginative della mente, in modo da raggiungere  un più o meno prolungato silenzio interiore, punto di partenza per le fasi o pratiche successive. Si restringe il campo d'azione del cervello dal MdV calandosi consapevolmente verso il lato oscuro della propria psiche. Il fatto che gli SM si trovino in una posizione mediana spiega come sia possibile, partendo da uno dei due stati estremi, giungere a esperienze magiche:  partendo dal MdV, si possono provare stati energetici particolari così come percezioni extra-sensoriali e via dicendo; partendo dal MdS, si può raggiungere il piano astrale o la sfera del sogno stabilizzando la propria consapevolezza nelle fasi "deboli" del sonno.
Ovviamente in stati meditativi più avanzati le possibilità diventano più fluide e numerose.
Il situare in tale posizione centrale gli SM permette di capire perché, praticamente in ogni sistema esoterico odierno, le pratiche di meditazione derivanti dall'oriente sono sempre di fondamentale importanza.

domenica 9 giugno 2013

. . .

Il fatto di essere una creatura di carne, con le proprie urgenze, viva su questo mondo disgregato, con una consapevolezza più o meno addensatasi sull'orlo della realtà, non comporta necessariamente il vivere il sentimento sfuggente dell'esserci.
Non amo chi perde tempo o chi ha paura di affrontare la propria dissoluzione nei confronti del manifestato, non più comunque del bestiame che divora ogni giorno la propria e altrui manifestazione inconsapevole di farlo, lamentandosi ancora della palese assenza del senso, palesando nel frattempo solo l'ironia e lo scetticismo del bambino che giudica cattivo un cibo senza averlo mai assaggiato. Uomini che disgustati da loro stessi, si aggrappano comunque al loro ego succhiandone la putrefazione che li nutre nella comodità....
Intossicati dall'abuso proliferante del linguaggio, non vogliono nè possono comunque farne a meno.
Ma ogni possibilità è già esaurita! Che si annientino quindi gli involucri vuoti del pensiero. Che la mente possa tornare ad essere una propria alleata fidata, cauterizzando le sue infezioni con il fuoco della Volontà.
Dopo l'infezione sarà inevitabile la febbre; ma attraverso il  Silenzio questa si placherà.

Il silenzio è una delle chiavi.



domenica 14 aprile 2013

Canto Alto: notte d'Aprile

I. In cima
Inondati dal crepuscolo, gli ultimi bucaneve e i crochi spuntano esili dall'erba, incendiando di bianco i ripidi pendii settentrionali del monte. Il sole intanto, adagiandosi leggero nel suo giaciglio di roccia ad ovest, incupisce le nevi remote delle montagne, donando loro un misterioso tepore rosato.
Non potrò mai stancarmi di quel profilo continuo di vette che dalla cima di questa montagna, il "nostro" Canto, si può ammirare; sempre però mi soffermo su quei giganti che sento più vicini: la Presolana fosca con il Camino subito dietro, il Pegherolo dalle inconfondibili striature di pietra, il Tre Signori, l'Alben, il Menna e l'Arera, il Campelli e poi il lecchese, con le Grigne e il Resegone... in realtà ogni salita al Canto rivela sempre nuovi dettagli e regala angoli di sensazioni che nascondono ricordi preziosi; questi sono i doni unici delle montagne, elargiti a pochi.


II. Nei pressi del colle s.Anna
Rantoli finali del lungo inverno di quest'anno, i venti freddi che giocano con le stelle e con le scintille del nostro piccolo fuoco hanno ripulito la volta celeste dai miasmi della città. La sottile luna che cresce nel nome di Lilith e l'Ariete spavaldo brillano nell'oscurità siderale - la porta della Primavera è spalancata del tutto - mentre il profumo delle resine bruciate si sprigiona dal caldo bagliore delle braci; una fiamma segreta in questa notte limpida, e lontana.
Ancora l'incanto delle sagome nere delle grandi montagne - Resegone, Grigne - che si stagliano eterne e piene di memorie all'orizzonte, titani dormienti nella sera. Tutto è morto e tutto è vivo: i silenzi dei pascoli e dei boschi d'Aprile, l'atmosfera di elettrica sospensione della luna crescente e il diluirsi benefico dei pensieri conseguente - un tempo tutto questo già mi appartenne, ma quando?
Abbiamo brindato infine al colle s.Anna, con il denso e scuro nocino dell'estate precedente, l'essenza della primavera al suo culmine generativo, prima di scendere nuovamente verso le maree caotiche dell'umanità, attraverso il buio degli antichi sentieri...


lunedì 1 aprile 2013

I Quattro Pilastri



Di questi concetti basilari della ricerca interiore credo che si abusi spesso; di seguito ho cercato di esprimere cosa per me rappresentino in questo periodo.

Sapere
Metto le mani avanti; non si tratta qui solo della conoscenza così come è comunemente intesa nella società occidentale odierna, ovvero un insieme di nozioni o di nozioni su come si acquisiscono nozioni; questo "sapere" si dovrebbe intendere come di fattura esclusivamente spirituale. Lo si può ritrovare sui libri, celato o meno, ma mai potrà essere interamente compreso solo attraverso lo studio "scolastico" di certi contenuti. Sicuramente si tratta di una conoscenza che va in parallelo su diverse direttrici: alcune di queste sono a mio avviso la COSCIENZA DI Sé E DEL MONDO, la PRATICA, l'APERTURA MENTALE ALLE POSSIBILITA' DEL "REALE", l'INTUIZIONE SIMBOLICA DELLE FORZE DEL MANIFESTATO. In questo senso il sapere qui inteso è un processo che vive e muta nel tempo e che bisogna saper coltivare con una certa abilità per evitare di rimanere abbagliati da errate interpretazioni di esso, che possano andare a influire negativamente, talvolta anche in maniera sotterranea, sulla vita interiore di chi intraprende la ricerca spirituale.

Volere
Questo pilastro riflette quella che io definisco anche come "vocazione"; soprattutto in quest'epoca che fagocita continuamente sé stessa, un'intenzionalità ferma e irremovibile nei propri propositi diviene una facoltà primaria sulla quale concentrarsi. Farlo significa distruggere l'indolenza e le perdite di tempo, cercando di rimanere in uno stato di attività magica il più a lungo e frequentemente possibile nella vita di tutti i giorni, veglia o sonno che sia. Non ci sono scusanti per chi, consapevole, non eserciti la propria Volontà, se non il fatto di essere ancora incerti e in fondo soddisfatti della propria condizione esistenziale. La volontà magica deve avere la forza di disgregare le artificiose comodità mentali della vita pre-impacchettata che oggi ci è "offerta"; essa dovrebbe divenire il fuoco interiore che illumina la via divorando senza pietà gli innumerevoli ostacoli che man mano è inevitabile incrociare.

Osare
Questo è un precetto valido su molteplici livelli, da quello più pratico, inerente a operazioni vere e proprie e simili, a quello più astratto, nel senso della capacità di accettare concetti e visioni del mondo difficili e inusitate. Osare può indicare anche l'essenziale procedimento  del mettere in discussione la conformazione del proprio Io dato fino a un certo momento (quello che dovrebbe precedere l'inizio di una ricerca spirituale ben condotta) e così permettere l'avvio del Solve. L'andare contro i propri abitudinari e comodi processi psico-fisici nell'ottica di un cambiamento graduale, difficile ma necessario - se è veramente sentito come tale.
Osare è per me il richiamo che sorge dal profondo e che permette così di spezzare l'inevitabile Paura, traendo il potere per farlo dal grande momento dell'Istante.

Tacere
Ritengo il silenzio assolutamente fondamentale, in quanto custode di sottili meccanismi psichici capitali per l'equilibrio spirituale che ognuno si crea su questo percorso. Importante il fatto che il silenzio riguarda sì il rapporto con gli altri uomini, ma anche quello con le diverse parti del proprio sé nei confronti di tutto ciò che concerne la ricerca spirituale. Su quest'ultimo punto non credo sia opportuno dilungarmi oltre.

martedì 26 marzo 2013

La "sostanza cromatica" dei sogni - divagazioni


L'unico piccolo riferimento che conosco riguardo questo argomento l'avevo trovato tempo fa e interessava Aurobindo, che associava se non erro a ogni corpo sottile dell'uomo una certa tipologia di sogni rispetto ad un'altra. Qui tratterò solo di certe personali impressioni a proposito.
Credo sia istruttivo il cercare di notare la composizione cromatica e luminosa dei propri sogni, sicuramente è un esercizio di consapevolezza non indifferente. Quello che primariamente bisogna tenere presente è che "coscienza ed energia sono due facce della stessa medaglia".  Personalmente, trovo effettivamente che i sogni predominati da scarsa luminosità, dalle tinte cupe, fosche e opache, hanno una "frequenza energetica" bassa, in cui la consapevolezza è del tutto assente, come ottenebrata.  Ciò non toglie che molte esperienze e sensazioni particolari, legate a questo stato di in-coscienza, possano comunque essere utili o interessanti, mi riferisco dal mio punto di vista a certe impressioni "amniotiche" molto incisive, anche a distanza di tempo.
In effetti però credo che nell'esperienza di ognuno la maggior parte del materiale onirico rifletta uno stato di mezzo, in cui la sostanza luminosa, il "telaio" onirico, non è nè particolarmente spenta nè notevolmente fulgida -mi riferisco ai sogni "comuni", quelli legati alle esperienze psichiche di ogni giorno. Da questo stato di mezzo si oscilla poi da un polo energetico all'altro, da quello basso dei sogni opachi a quello alto di quelli cristallini (come li definisco io). Questi ultimi sono quelli maggiormente carichi di colori vividi, luce ed energia; la sostanza di cui sono permeati è vibrante e luminosa, brillante, e si ha la percezione di uno stato energetico diverso, più elevato e se vogliamo anche più instabile. La coscienza è attiva, e anche se non si trova al livello del controllo del sogno, è a un passo dall'esserlo; il sogno cristallino è sicuramente vicino al piano astrale; spesse volte, nel tentativo di accedere a quest'ultimo, si finisce in una condizione intermedia caratterizzata appunto da tutte queste vividissime percezioni cromatiche. Ho notato che quando si fanno sogni cristallini ci si sveglia carichi di energia e di lucidità, anche se le ore di sonno sono meno rispetto al necessario; ho il forte sospetto che questo fatto sia dovuto a un buon incanalamento delle energie sessuali ottenuto prima di coricarsi: questo confermerebbe la vicinanza tra questo tipo di sogni e il piano astrale.

martedì 12 febbraio 2013

Il trionfo della materia: von Hagens


"in un mondo che non sa fare introspezione almeno un modo per guardarsi dentro e capire alcuni errori"
(GIANCARLO MAGALLI commenta la mostra di von Hagens)

Nonostante ormai da anni  io sia saturo in modo negativo di molti aspetti dello scempio chiamato "progresso",  non posso che rimanere nuovamente perplesso dinanzi a certi ultimi esiti del mondo dell'arte- certe degenerazioni postume della body art dei tagliuzzamenti e degli scorticamenti vari.
L'esempio è quello dei lavori dell'anatomista-artista von Hagens, inventore della plastinazione, che permette in sostanza di conservare corpi organici dopo la morte, una sorta di mummificazione post- moderna (già questa definizione può far capire molte cose), il cui scopo non è più la conservazione dell'essenza del defunto per il suo viaggio nell'aldilà, ovviamente, ma ancor più ovviamente la mera esposizione-"spettacolo" di questo stesso corpo secondo fini "artistici" e "scientifici"...



A parte il fatto che la trovo a priori concettualmente ripugnante, ma come non considerare quest' '"arte" una semplice aberrazione dal solo significato di ciò che cerca fin troppo efficacemente di mostrare, ossia il lato brutalmente materialista (scientifico) del "reale", indagato ancora una volta (non se ne può più) in modo feticistico e ai limiti del patologico? Un tal genere di attrazione popolare, quasi da circo degli orrori, volgare e in fondo stupida, viene apprezzata da centinaia di migliaia di persone, un pubblico non molto lontano, credo, da quello che trova "perturbanti" e appassionanti i maciullamenti alla Hostel di altri artisti del genere che si muovono in modo oculato tra il grottesco e il repellente. Roba contemporanea insomma.
Un pubblico che costruisce la propria chiusura intellettuale di matrice materialistico-nichilista godendo di "opere" che hanno la consistenza del nulla , perché queste fanno dei loro eccessi la semplice testimonianza del loro essere "umane, troppo umane". Abbiamo davvero bisogno di eccitare la nostra sensibilità con stimoli tanto grossolani per cominciare a fare uso del cervello e a renderci un poco più consapevoli nei confronti della realtà?
In queste manifestazioni plastiche non si ritrova niente: non c'è bellezza, non c'è disordine né bruttura, solo banalità portata all'estremo (la carne è sempre carne, seppur squartata e analizzata in ogni modo immaginabile); non c'è ribellione, ma soprattutto, ovviamente, non c'è alcunché di trascendente, anzi ci si trova agli idioti antipodi della trascendenza. Che i cultori di questa roba inizino a guardare loro stessi e l'universo con occhi diversi: forse arriveranno a capire che essenzialmente c'è poca differenza tra questo tipo di "arte" e quel genere di cose che il buon Manzoni aveva provveduto ad inscatolare qualche anno fa...

venerdì 8 febbraio 2013

Non toccatemi gli Sturmpercht

Gli Sturmpercht incarnano in musica buona parte delle viscere di pietra, ghiaccio, sterco di mucca e tradizioni delle Alpi. Li si potrà accusare di rozzezza e talvolta di stupidità, ma essi non fanno altro che rispecchiare in modo fascinoso la realtà di un mondo che non è per noi così lontano... Questo gruppo non è in grado di dare solamente una semplicistica visione epicizzante della vita delle comunità montane alpine di ieri e di oggi; gli Sturmpercht, da creatori del neofolk alpino, riescono meravigliosamente a restituire anche le più piccole e  inafferrabili sensazioni di queste realtà radicate nei millenni nascosti delle storie perdute di queste popolazioni. Per comprendere la loro musica bisogna davvero conoscere le montagne: la fatica, i silenzi delle tradizioni svanite, le notti dei bivacchi solitari d'alta quota, il respiro gelido dei nevai nascosti, il lontano belato delle greggi al pascolo tra le brume dell'estate...


  Il loro album migliore è sicuramente Geister Im Waldgebirg: per i pochi che lo sapranno ascoltare si rivelerà un capolavoro, una gemma di affascinante granito delle Alpi.
Leggende di arcaiche creature, notturni monocordi dei pascoli estivi, melodie rurali all'ombra dei larici e tanta birra rendono Geister un'esperienza difficile ma sicuramente, fottutamente appagante per l'ascoltatore aperto e coraggioso.
Un prodotto di nicchia (per fortuna) che consiglio e auguro a chiunque riesca a recepire e rispettare lo spirito delle nostre montagne.