mercoledì 9 gennaio 2019

Valenze folcloriche della speleologia orobica 1 - Note metodologiche; Crepaccio della Rocca LO BG 1058 (S.Pellegrino Terme)

NOTE METODOLOGICHE

Grande clamore mediatico e fantasmagorico s'è ridestato, negli ultimi tempi, nei confronti del multiforme universo montano. Esso si nutre dell'ego dei nuovi consumatori dell'imbellettata immagine che la ragnatela offre della montagna, quasi sempre sottovuoto, o meglio moderna (mere)promotrice di sé stessa ai loro appetiti pulsionali.
Pare doveroso quindi contribuire a siffatto stato delle cose con questa nuova piccola ricerca incentrata sui sotterranei legami culturali che dai tempi più remoti esistono tra mondi carsici e l'immaginario popolare.
Lo studio si concentra sulle cavità orobiche – in primis brembane e seriane – che presentavano, alla data 1981, quella del famoso catasto che del resto rimane la nostra fonte principale, una nota di interesse folcloristico non meglio specificata all'interno del catasto stesso. L'intento è quello di incrociare la ricerca bibliografica con quella sul campo per reperire il maggior numero di informazioni a proposito di questi rimandi culturali prima che vadano definitivamente persi.*
Alle cavità di interesse squisitamente folkloristico segnalate sul vecchio catasto abbiamo annesso anche quelle che possono rivelare argomenti inerenti al tema sulla base della loro denominazione.**
Abbiamo aggiunto anche ulteriori luoghi di interesse sulla base di racconti e leggende reperiti nei testi.
Si tratta in realtà di una ricerca complessa sotto molti punti di vista, data l'età ormai vetusta della maggior parte dei rimandi catastali, i più recenti dei quali valicano raramente gli anni Sessanta del secolo scorso. Inoltre molte delle grotte e cavità segnalate risultavano di collocazione dubbia o incerta già all'epoca della redazione del catasto.
Vorrei sottolineare che la finalità di tutto questo deve essere intesa come quasi puramente estetica, priva di qualsivoglia ammiccamento accademico o di repellenti approcci come quelli volti alla “valorizzazione” territoriale per “portare” la gente in montagna... Noi crediamo che quello (pre)alpino sia un mondo morto e fascinoso, capace però ancora di elargire alcune delle sue gemme oscure e dimenticate... spesso a caro prezzo di chi le ricerca.

*la ricerca bibliografica prevede, oltre alla consultazione di testi fisici, anche la ricerca web, così come quella sul campo va intesa spesso come un riscontro con la variegata popolazione locale o con quella di speleologi e affini, oltre all'attenta analisi del territorio oggetto di studio.
**ad esempio, LO1021 il Bus del Mago di Gazzaniga, o LO1359 Cesa del Diaol (Chiesa del Diavolo), di Ardesio.


Crepaccio della Rocca  LO BG 1058 - San Pellegrino Terme

Crepaccio della Rocca

 Castelli arroccati su vette inaccessibili, posti a guardia di città o villaggi e attraversati da un labirinto nascosto di cunicoli e passaggi sotterranei, tutti elementi ricorrenti nel mondo fiabesco delle storie infantili, paiono essere l'ispirazione ideale per avventurarsi sugli irti pendii a monte di Piazzacava (San Pellegrino Terme). Qui la leggenda, riportata negli anni Trenta dal Frassoni, narra appunto della presenza di tali anfratti segreti nelle viscere del monte.
Del resto, non sembrano emerse ad oggi evidenze archeologiche nella zona strettamente relativa alla cavità in questione. In località Torre, poco più a valle, pare vi fosse un casale fortificato*, ma ciò non giustifica la leggenda relativa alla località Rocca; crediamo di essere in presenza quindi di una significazione toponomastica dovuta all'intersecarsi tra memorie storiche sedimentate nell'immaginario degli abitanti e morfologia vera e propria del territorio della “Rocca” di Piazzacava, promontorio dolomitico dalle aguzze sommità che possono evocare torri e bastioni di umano artificio.

cascinale in zona

Evitando i pascoli ancora utilizzati dal punto di vista zootecnico dai locali, i quali producono anche notevoli formaggi, ci siamo avvicinati al versante settentrionale del promontorio in questione, in un paesaggio ancora ruralmente pregiato, risalendone le boscaglie abbandonate per un centinaio di metri. Appena oltre il fondo si fa più tormentato e la dolomia principale inizia a dare il meglio di sé , spalancando sulla destra il Crepaccio della Rocca. Un nostro conoscente geologo aveva accennato, tempo fa, al fatto che tutta questa zona sia oggi molto “instabile” e che si stia muovendo non poco – questo il succo del discorso, non potendo noi entrare nel dettaglio. Abbiamo la conferma della cosa quando successivamente consultiamo il rilievo della cavità datato 1932: da allora possiamo constatare con sicurezza la presenza di almeno un grosso scollamento, il quale in realtà ha alterato sensibilmente la fisionomia complessiva del Crepaccio.
Questi luoghi sono citati anche altrove, a proposito di una favoletta popolare che ha per protagonisti un lupo e una volpe:

[…] un tale Matièt della contrada Grabbia di San Giovanni Bianco aveva ucciso una mucca malata (forse era pazza...) e l'aveva seppellita in cima al curnù, una sporgenza rocciosa che sovrasta la località Rocca, poco a monte di San Pellegrino Terme […]**.

*http://www.comune.sanpellegrinoterme.bg.it/turismo/la-storia/
**T.Bottani, W.Taufer, Racconti popolari brembani, Comunità Montana Valle Brembana, Bergamo, 2001, p.73

croce (confinaria?) sulla strada verso Alino
 


4 commenti:

  1. Certo che bisognerebbe vedere anche quello che ho esplorato o studiato anche io...vedo che citate Bus del Mago e Cesa del Diaol....posti che ho censito nei miei lavori...certo che oltre andare a vedere in ACADEMIA.EDU enrico pezzoli dovreste avere i 3 DVD pubblicati del mio "Censimento...."

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  2. Il toponimo "Cesa del Diaol" è pienamente giustificato dalla presenza nel grottone di una stupenda "Acquasantiera" simulata nella concrezione

    ne do qui sotto la foto alla Sara

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  3. Caro Enrico,sei naturalmente un punto di riferimento nonché un esempio per noi. Infatti proprio a proposito delle due cavità la prossima volta che ci vediamo volevamo chiederti qualcosa . Conosciamo molto bene come sai i tuoi lavori, il nostro intento qui è approfondire invece l'aspetto etnografico e folkloristico del mondo carsico orobico. A presto
    Marco e Sarah

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