Sapete anche del mio grande amore per la sentinella dei bergamaschi, il Canto Alto detto anche Pizzidente ( http://umorismodaforca.blogspot.com/2013/04/canto-alto-notte-daprile.html ) ; esploratolo in lungo e in largo, ma mai abbastanza, il rileggere di luoghi che posso percorrere attraverso la memoria dell'esperienza diretta, nonostante la narrazione in questione si situi in un contesto temporale remoto (almeno nei termini della temporalità odierna), è qualcosa che non posso non condividere con i Followers of the High Peak (or High Mountain). Così come anche questo pezzo: https://www.youtube.com/watch?v=PcLW-0YZavI
Detto fatto: Alessandro Alebardi, uomo di ambiente ecclesiastico, descrive la salita al Canto dalla Cà del Lacc di Ponteranica Alta, nel 1898: credo che per i conoscitori si possa trattare di un piccolo resoconto gustoso.
Notare che la grande affinità dell'itinerario con quello odierno è resa possibile solo grazie al fatto che la zona è sotto la legislazione del Parco dei Colli; ma questa è un'altra complessa questione dai diversi risvolti.
[testo tratto da "Alessandro Alebardi, Sulle Prealpi Bergamasche, tip. Fagnani e Galeazzi, Bergamo, 1898.
vi si trovano interessanti descrizioni anche riguardo il Misma, il Podona, il Pertus, il Formico; https://archive.org/stream/sulleprealpiberg00aleb/sulleprealpiberg00aleb_djvu.txt ]
Al Canto Alto (m. 1146) dal quale si ha
magnifica ed estesa vista, tanto sulla pianura,
che sui monti a tramontana, si può salire da
Sorisole e dal Colle della Maresana.
Da Sorisole, un sentiero mulattiero, però
molto ripido, porta fino alla Cascina del Canto
Alto (m. 939), dalla quale rimane poi a sa¬
lire il pascolo per giungere alla vetta (m. 1146).
La salita da Sorisole ha però due incon¬
venienti : il primo, quello di doversi portare
fino al paese, da Bergamo, e sono otto chi¬
lometri di strada piana (parlo per quelli, cui
scopo della gita è muovere le gambe, non
farsi portare in carrozza); poi, quello del
sentiero, molto erto e che, attaccato alla roccia
brulla ed esposto al sole di mattina e mez¬
zogiorno, riesce pesante per il calore, che si
riceve dal sole, da una parte, e pel riverbero
della roccia, dall’altra. A meno di salirlo di
buon mattino, non è da consigliare, molto più
che, arrivati alla Cascina, c’ è poi da salire
tutta la punta a pascolo ed a pendenza assai
pronunciata.
Più bella e dilettevole ed assai comoda è
la strada della Maresana, per molto tratto
ombreggiata e che, mentre quella di Sorisole
non ha che la vista di una valle, questa, di
mano in mano che prosegue, ha variatissime
vedute, prima sulla Valle Seriana, sulla pia¬
nura e sulla Valle di Sorisole, poi sulla val¬
letta di Olera, ed infine, arrivati all’altipiano
della Braghizia (Braghessa), sulla bella valle
di Poscante e lungo la Valle Brembana.
Della strada di Sorisole, quando si è detto
che parte dal paese e va al Canto Alto, è
detto tutto, non essendovi altro sentiero che
possa far sbagliare: di quella della Maresana
è ben diversamente, essendovi molti sentieri
e facilità di fuorviarsi in mezzo a tutte le
colline che si devono girare. Però m’ inge¬
gnerò segnare il sentiero il più minutamente
possibile, a rischio di noiose ripetizioni, per¬
chè ognuno, che voglia fare questa bellissima
salita, non abbia a perdere tempo in andiri¬
vieni, chè in montagna, riesce più noioso ri¬
tornare sui proprii passi per aver sbagliato
un sentiero, che fare doppia strada diretta e
profittevole al proprio scopo.
Saliamo dunque alla Maresana, sia seguendo
la strada della Zarda, sia direttamente lungo
la Tremana e su pel Costone.
Dalla chiesina della Maresana (m. 545)
dobbiamo salire a quel roccolo lungo, che si
vede sul colle verso mattina. Dalla chiesina,
perciò, pigliamo a destra, verso mattina, ra¬
sentando il roccolo lì vicino. Poco avanti sono
due sentieri, appena segnati però da specie
di careggiate : 1’ uno più alto, l’altro più basso.
Questo ultimo va a finire a quella casetta,
che si vede giù basso nella rientranza del
colle; da questa ad altra più avanti e risale
infine, da una parte al piano del colle, e va,
dall’altro, alle case del Castello, che sono ap¬
punto quelle case, che si vedono in gruppo
sopra il promontorio alla nostra tramontana.
L’altro sentiero, che tiene più alto, è quello
da seguire, e va a terminare precisamente al
roccolo lungo, in cima del colle, che abbiamo
veduto a mattina appena allontanati di poco
dalla chiesina della Maresana.
Dove finisce il roccolo c’ è anche la così
detta Tribulina dei Morti del 1630 (m. 679).
Dietro la Tribulina c’ è il sentiero, sul ver¬
sante di mattina del colle, sempre piano, che
mena alla Cà del lacc. Non si può sbagliare
neppure volendo perchè il sentiero è uno solo.
Prima di arrivare alla Cà del lacc, se si
guarda un po’ più basso e più indietro della
palazzina, si vede una roccia nera. Lì c’è un
lontanino di acqua eccellente, al quale si
discende per un sentieruolo, che parte dalla
destra della Cà del lacc vicino al muro di
cinta della casa, e dista meno di cinque mi¬
nuti.
Se non si è provveduto acqua alla Chie-
sina della Maresana, dove c’ è un pozzo di
acqua piovana buonissima, di cui ora tiene
la chiave il così detto Romito della Chiesa,
qui è il luogo opportuno per provvedersene
di eccellente, giacché, dopo, fino alla Bra-
ghizia non se ne trova altra.
Lo spuntino, dopo un bocconcino alla Ma¬
resana, è meglio farlo più avanti al roccolo
dei quattro sentieri.
Giunti, dunque, alla Cà del lacc , bella pa¬
lazzina con avanti un roccolo ed un minu¬
scolo laghetto fatto d’acqua piovana (m. 691)
si prende la stradetta a sinistra del muro di
cinta della casa, in piccola ascesa, che, poi,
divenuta subito sentiero appena salita un po’
di roccia e continua a sinistra del colle Su-
lino passando vicino ad un roccolo, fin che
sbocca in un piccolo ripiano (m. 763), dal
quale si vede, abbasso, a sinistra, tutto di¬
steso il paese di Sorisole.
Qui vi sono due sentieri: l’uno che va
avanti diritto: l’altro, che tende a sinistra e
gira tutto il colle Luorida. E’ questo di si¬
nistra che si deve prendere.
Poco più avanti il sentiero biforcasi di
nuovo: l’uno scende a sinistra verso Sorisole:
l’altro va diritto. Si continua con quest’ ultimo,
che tende a salire a destra. Lungo tutto
questo sentiero si ha sempre in vista, alla
nostra sinistra, il paese di Sorisole.
Girato il colle, si riesce sopra una piccola
sella (m. 764) dalla quale, mentre si perde
di vista Sorisole, si vede invece, a destra, la
valle di Olera. Qui si imbocca subito il sen¬
tiero che va diritto sulla destra del colle e
verso la Valle di Olera. Fatti pochi passi, si
trovano due pozze, nelle quali si ferma l’acqua
piovana e, poco più avanti, comparisce, giù
a destra, nella valle, il paesello di Olera. Il
sentiero continua finché giunge al punto ove
sono due roccoli, 1’ uno a sinistra del sentiero,
l’altro in salita, continuazione del primo: c'è
anche una cisterna, che però ora non serve.
Qui vi sono quattro sentieri.
Il primo, a destra, che scende al paesello
di Olera.
Il secondo, che continua sul fianco destro
del colle e si vede, in distanza passare, gi¬
rando a destra, sotto alcune roccie, nelle quali
appare una buca (la grotta di Paci Padana ),
mena alla sella, dalla quale si può scendere
dall’altra parte a Poscante, ovvero, tenendo
la costa di mezzogiorno del Monte Cavallo,
andare a Monte di Nese.
Il terzo, continuazione, verso il versante
di sera, di quello pel quale siamo venuti,
gira indietro dall’altra parte del colle e ri¬
torna a Sorisole.
Il quarto, quello da seguire, sale in mezzo
alla continuazione del roccolo, poi, in mezzo a
roccie. ad altro roccolo, che si attraversa
passando a sinistra del casello.
Oltrepassato il roccolo, il sentiero gira il
collino sul suo fianco destro. Dall’altra parte
di questo collino, quasi in cima, c’è una ca¬
setta, e vicino a questa una piccola sorgente.
Il sentiero, da qui, continua salendo fino
ad una piccola sella, poi ad un’altra e, gi¬
rando ancora a destra il collino, riesce ad
una terza piccola sella. Notisi che, in tutta
la lunghezza del sentiero delle selle, si vede
sempre, a sinistra, di là della valle, il sentiero
che da Sorisole, lungo il fianco del monte
brullo, sale al Canto Alto.
Arrivati all’ultima sella, ci sarebbe un sen¬
tiero, che, scendendo a sinistra e rasentando
tutte le roccie a picco del Canto Alto, mena
ai piedi del prato, dal quale si sale poi alla
cascina e quindi alla cima del monte : ma è
poco praticabile prima di tutto, poi, terminando
in fondo al prato, lascia assai più salita da
fare, di quella che abbisogni tenendo il sen¬
tiero del costone, che è quello che stiamo se¬
guendo.
Saliamo, adunque, per le roccie lungo il
fianco del monte, ed in poco tempo arriviamo
alla sella, sulla quale alla nostra sinistra, si
trova un bellissimo sentiero piano, che ci mena
alla Cascina Braghizia (Braghessa) m. 1032.
Questa casetta ha una cisterna buonissima.
Dalla Braghizia al Canto Alto non occor¬
rono più di venti minuti, lasciando quel sen¬
tiero che, rasentando una piccola siepe, si
vede che va a girare il monte, e salendo in¬
vece direttamente la costa.
Per quanto si stia sul ciglio della costa e
si veda alla nostra sinistra le roccie del monte
scendere a picco, non c’è però alcun pericolo,
chè, volendo, si può anche tenersi alquanto
più basso nel versante di destra.
Così si sale alla punta (m. 1146) la quale
ha un circuito piano di una trentina di metri,
e da dove la vista può spaziare tutt’ intorno
non arrestata da alcun altro monte vicino più
alto, essendo questo affatto isolato.
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