domenica 23 giugno 2013

Stati normali della mente e meditazione

Propongo, in leggerezza, una piccola idea di schema con la quale penso ci si possa avvicinare a osservare due basilari stati della mente (veglia, sonno) correlandoli alla meditazione e a pratiche simili:
Solitamente i primi livelli di iniziazione ai diversi percorsi esoterici constano nel cominciare a fare "oscillare" l'adepto da uno di questi poli all'altro, facendo in modo così che la sua consapevolezza essenziale si desti e si approfondisca. Ad esempio, muovendosi tra MdS e SM sono possibili, a seconda delle diverse energie in gioco, le molteplici esperienze affini a Yesod (o Gamaliel), la sephira della Luna che inizia ai mondi astrali.
Questo perché molto probabilmente negli SM si va ad utilizzare al meglio il "cervello rettile" dalle primordiali possibilità: tipicamente per giungere ad essi si tratta infatti di concentrare e "contrarre" le possibilità sfarfallanti della mente "sveglia" evitando ogni sua normale e quotidiana dispersione. Questo procedimento, eseguito correttamente grazie ai pilastri dell'asana e del pranayama, consiste fondamentalmente nel portare al progressivo assopimento delle facoltà dialogiche e immaginative della mente, in modo da raggiungere  un più o meno prolungato silenzio interiore, punto di partenza per le fasi o pratiche successive. Si restringe il campo d'azione del cervello dal MdV calandosi consapevolmente verso il lato oscuro della propria psiche. Il fatto che gli SM si trovino in una posizione mediana spiega come sia possibile, partendo da uno dei due stati estremi, giungere a esperienze magiche:  partendo dal MdV, si possono provare stati energetici particolari così come percezioni extra-sensoriali e via dicendo; partendo dal MdS, si può raggiungere il piano astrale o la sfera del sogno stabilizzando la propria consapevolezza nelle fasi "deboli" del sonno.
Ovviamente in stati meditativi più avanzati le possibilità diventano più fluide e numerose.
Il situare in tale posizione centrale gli SM permette di capire perché, praticamente in ogni sistema esoterico odierno, le pratiche di meditazione derivanti dall'oriente sono sempre di fondamentale importanza.

domenica 9 giugno 2013

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Il fatto di essere una creatura di carne, con le proprie urgenze, viva su questo mondo disgregato, con una consapevolezza più o meno addensatasi sull'orlo della realtà, non comporta necessariamente il vivere il sentimento sfuggente dell'esserci.
Non amo chi perde tempo o chi ha paura di affrontare la propria dissoluzione nei confronti del manifestato, non più comunque del bestiame che divora ogni giorno la propria e altrui manifestazione inconsapevole di farlo, lamentandosi ancora della palese assenza del senso, palesando nel frattempo solo l'ironia e lo scetticismo del bambino che giudica cattivo un cibo senza averlo mai assaggiato. Uomini che disgustati da loro stessi, si aggrappano comunque al loro ego succhiandone la putrefazione che li nutre nella comodità....
Intossicati dall'abuso proliferante del linguaggio, non vogliono nè possono comunque farne a meno.
Ma ogni possibilità è già esaurita! Che si annientino quindi gli involucri vuoti del pensiero. Che la mente possa tornare ad essere una propria alleata fidata, cauterizzando le sue infezioni con il fuoco della Volontà.
Dopo l'infezione sarà inevitabile la febbre; ma attraverso il  Silenzio questa si placherà.

Il silenzio è una delle chiavi.