domenica 20 settembre 2015

Breve nota all'"Introduzione alla Magia" del Gruppo di Ur, vol I & II


“[...] ma in Occidente si fa gioco di maschera: una maschera compare e scompare: brivido entusiasmo - <<è un genio>> - vu connu enterré: e tira via: e di grado in grado l'Occidente si sprofonda. Pensate al valore della cosa, dell'oggetto: che vale ora una cosa? Nulla. Una secchia, un libro, una statua, una casa, una città, il mondo: che vale? Nulla. Che è partorire? Nulla. Che è morire? Nulla. Che è pensare? Nulla. L'uomo ora ruba la vita: se la caccia in tasca, la palpa impaurito: gli sfugge. Ecco. Vive per nulla, muore per nulla. Non c'è senso. Gioca con gli spettri: epoca lemùrica: individuo, umanità, società, famiglia, scienza. Ciò non esiste. Ciò è fuori della Tradizione: la Tradizione ignora gli spettri.”

La sensazione immediata nella lettura è quel sedersi nel proprio
asana, per annientare la mente nello splendore terribile di ʘ, evocando i bagliori uranici, metallici della via secca che il gruppo di Ur persegue.

Questi testi, la cui luminosità è indubbia, peccano solo di una giustificabile mancanza di circolarità nella ricerca del potere- conoscenza, ovvero il tralasciare quasi completamente la componente oscura – seppur tradizionalmente ben presente – di tale ricerca. Il che, come ci si accorgerà subito nella lettura, è ben lungi dall'imbecille vagheggiare nei confronti di certe benigne “Luci” di impronta salvifica e comunque sempre cristiana, tipico di certa parte del degenerato spiritualismo contemporaneo. Qui si tratta della solarità inumana di una reale iniziazione ancestrale – l'alchimia quale scienza aurea nel suo significato più puro. La prospettiva, o meglio l'asse, è quella della millenaria tradizione iniziatica ariana dell'occidente, che va a sfociare successivamente nelle sue declinazioni italiche, in primis la tradizione latina e la ricerca alchemica – a mio avviso essendo comunque, quest'ultima, una sorta di degenerazione concettuale della primitiva chiarezza spirituale.
 Introduzione alla Magia è un testo in grado di donare impareggiabili tesori di conoscenza segreta, sia “teorica” che pratica, laddove per “teoria” si intenda quella conoscenza che non si ha ma si è, tesori che si svelano gradualmente al solo praticante sincero, rimanendo invece per forza di cose oscuri o incomprensibili al semplice lettore occasionale o a chi non abbia una sufficiente preparazione “alchemica”...