“[...] ma in Occidente si fa gioco di
maschera: una maschera compare e scompare: brivido entusiasmo - <<è
un genio>> - vu connu enterré:
e tira via: e di grado in grado l'Occidente si sprofonda. Pensate al
valore della cosa,
dell'oggetto: che vale ora una cosa? Nulla. Una secchia, un libro,
una statua, una casa, una città, il mondo: che vale? Nulla. Che è
partorire? Nulla. Che è morire? Nulla. Che è pensare? Nulla. L'uomo
ora ruba la
vita: se la caccia in tasca, la
palpa impaurito: gli sfugge. Ecco. Vive per nulla, muore per nulla.
Non c'è senso. Gioca con gli spettri: epoca lemùrica: individuo,
umanità, società, famiglia, scienza. Ciò non esiste. Ciò è fuori
della Tradizione: la Tradizione ignora gli spettri.”
La sensazione immediata nella lettura è quel sedersi nel proprio asana, per annientare la mente nello splendore terribile di ʘ, evocando i bagliori uranici, metallici della via secca che il gruppo di Ur persegue.
La sensazione immediata nella lettura è quel sedersi nel proprio asana, per annientare la mente nello splendore terribile di ʘ, evocando i bagliori uranici, metallici della via secca che il gruppo di Ur persegue.
Questi
testi, la cui luminosità è indubbia, peccano solo di una
giustificabile mancanza di circolarità nella ricerca del potere-
conoscenza, ovvero il tralasciare quasi completamente la componente
oscura – seppur tradizionalmente ben presente – di tale ricerca.
Il che, come ci si accorgerà subito nella lettura, è ben lungi
dall'imbecille vagheggiare nei confronti di certe benigne “Luci”
di impronta salvifica e comunque sempre cristiana, tipico di certa
parte del degenerato spiritualismo contemporaneo. Qui si tratta della
solarità inumana di una reale iniziazione ancestrale – l'alchimia
quale scienza aurea nel suo significato più puro. La prospettiva, o
meglio l'asse,
è quella della millenaria tradizione iniziatica ariana
dell'occidente, che va a sfociare successivamente nelle sue
declinazioni italiche, in primis la tradizione latina e la ricerca
alchemica – a mio avviso essendo comunque, quest'ultima, una sorta
di degenerazione concettuale della primitiva chiarezza
spirituale.
Introduzione alla Magia è un testo in grado di donare impareggiabili tesori di conoscenza segreta, sia “teorica” che pratica, laddove per “teoria” si intenda quella conoscenza che non si ha ma si è, tesori che si svelano gradualmente al solo praticante sincero, rimanendo invece per forza di cose oscuri o incomprensibili al semplice lettore occasionale o a chi non abbia una sufficiente preparazione “alchemica”...
Introduzione alla Magia è un testo in grado di donare impareggiabili tesori di conoscenza segreta, sia “teorica” che pratica, laddove per “teoria” si intenda quella conoscenza che non si ha ma si è, tesori che si svelano gradualmente al solo praticante sincero, rimanendo invece per forza di cose oscuri o incomprensibili al semplice lettore occasionale o a chi non abbia una sufficiente preparazione “alchemica”...
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