mercoledì 23 ottobre 2013

AUSTIN OSMAN SPARE: QUALCHE CENNO INTRODUTTIVO
(da una tesi di laurea, senza immagini,note in fondo)


3.1. Introduzione

La definizione di “pensiero magico” data da Prinzhorn è utile per introdurre un ambito, quale è quello che riguarda la magia, spesso molto frainteso nel clima culturale attuale, sia in seno alla cultura ufficiale che, frequentemente, in quello degli stessi circoli di studi e di pratiche occulte. Si è visto come gli artisti medianici presentati nel precedente capitolo fanno delle loro speciali facoltà un uso fondamentalmente passivo, lasciandosi guidare da forze ignote, più o meno interne o esterne all'identità dell'artista coinvolto. L'approccio di Austin Osman Spare, e quello magico in generale, è profondamente differente. Tramite anche l'uso della sua creatività artistica, l'artista inglese cercava di influenzare su diversi livelli la struttura della “realtà”, esplorandone al contempo i più reconditi recessi. È proprio questo il meccanismo di base su cui si fonda la pratica magica moderna: l'azione creativa che il mago esercita sul tessuto del reale ricorrendo alla sua volontà30. Un modus operandi che richiede, a chi ne voglia intraprendere i sentieri, una grande consapevolezza e la capacità di mettere in gioco le proprie acquisizioni precedenti, nonché la propria elasticità intellettuale.
Austin Osman Spare (d'ora in poi AOS) mosse i suoi primi passi in un contesto culturale, quello della Londra di inizio Novecento, profondamente permeato di occultismo. È il periodo in cui fiorirono importanti logge iniziatiche31, e in cui Aleister Crowley, la Grande Bestia, provocò maggior scalpore. Esisteva anche una certa opposizione generale, tra coloro che praticavano la magia – in primis quella cerimoniale – nei confronti degli spiritisti e delle loro sedute32. Vi è quindi una grande diversità di approcci e intenti in AOS rispetto ad altri artisti che fecero comunque dell'automatismo la loro componente creativa primaria.


3.2. Cenni biografici

Austin Osman Spare nasce il 30 dicembre 1886 a Londra, nel quartiere Snowhill, da Elisa Anna Osman e Philip Newton Spare. Terzo di cinque figli, cresce un po' trascurato dalla madre. Nel 1894 la famiglia si trasferisce poi nella zona di Kennington, a sud della città. In questo periodo della sua infanzia, AOS fa il suo capitale incontro con un'amica di famiglia, la signora Paterson, che influenzerà enormemente tutto il suo pensiero occulto futuro. La consistenza reale dei rapporti che occorsero tra il giovane AOS e la Paterson sono in realtà tutt'oggi piuttosto oscuri, anche per il fatto che lo stesso artista non ne parlò molto in vita. Spare affermò che essa discendeva da una famiglia di streghe di Salem33, e che fu lei a introdurlo magicamente sul sentiero della stregoneria e delle pratiche sabbatiche.
Dal precoce talento artistico e con una predisposizione per la matematica, il giovane AOS vince nel 1902 una borsa di studio al Royal College of Art, al quale poi si iscrive. In questi anni comincia già a frequentare i circoli e gli ambienti cittadini legati all'occulto, e artisticamente giunge a quelli che saranno i caratteri fondanti del suo stile, sia per tecniche che per tematiche. Nel 1905, all'età di diciannove anni, pubblica privatamente il suo primo libro, Earth Inferno, che comprendeva prosa, disegni e citazioni da Dante; è una polemica spirituale nei confronti del mondo moderno, che contiene però già diversi concetti centrali del suo sistema magico. La critica cominciò da subito a interessarsi del suo talento, notando l'affinità delle sue produzioni con i lavori di artisti allora in voga, come Klinger e Beardsley. La reazione generale a Earth Inferno fu di distacco, nonostante la capacità artistica che gli si attribuiva: questo a causa dei contenuti delle sue opere, reputati altamente immorali. Nel 1907 pubblica il suo secondo libro, The Book of Satyrs, che contiene prevalentemente disegni, ed espone un centinaio delle sue opere nel West End, suscitando non poche polemiche34; qui fa il suo primo incontro con Aleister Crowley, che lo porterà a immergersi ancora di più nelle simbologie dell'occulto. Nei successivi quattro anni lavora al libro che maggiormente illustra i capisaldi filosofici e magici del suo pensiero: The Book of Pleasure, che pubblica nel 1913. In questo testo troviamo anche l'aspra critica che AOS rivolge alle società iniziatiche del tempo, e che egli frequentava già dal 1909, anno in cui firmò il voto di novizio nell'A.A. di Crowley35 adottando come nome magico Yihoveaum. Interessante è un passo del Book of Pleasure, nel quale è evidente il richiamo a Crowley stesso:

"Questi maghi, la cui insincerità è la loro salvezza, non sono altro che i dandies disoccupati dei bordelli. La Magia è unicamente la propria capacità di attrarre senza chiedere, cerimonia che è spontanea, senza affettazione, la cui dottrina è negazione della loro […]. Vampiri, essi sono uguali ai pidocchi con il loro fascino […] condannati da se stessi nella loro disgustosa obesità, nella loro mancanza di potere, e senza neppure la magia del fascino personale e della bellezza, offendono con il loro cattivo gusto e il mercanteggiare onde avere pubblicità36."

Nel 1911 AOS sposa una donna più grande di lui, Lily Gertrude Shaw, ma il matrimonio non durerà che qualche anno. Nel 1915, insieme a John Lane, fonda Form – A Quarterly of Arts, una rivista trimestrale di arti varie, che vide tra i suoi collaboratori anche Yeats. Il coeditore della rivista, l'incisore Frederick Carter, condivide con Spare il gusto per il macabro e il sinistro; insieme firmano, nel primo dei due soli numeri che usciranno, un articolo sul disegno automatico. L'insuccesso della rivista fu causato principalmente dalla sua eccessiva propensione per argomenti occulti e scomodi nel contesto dell'epoca; nel secondo numero (novembre-dicembre 1921) un articolo contenente formule di evocazione demoniache firmato dal Capitano Fuller, a sua volta membro dell'A.A. molto vicino a Crowley, venne illustrato dallo stesso AOS37. Successivamente Spare, a causa della guerra, deve arruolarsi nel corpo medico della Royal Army. Nel 1921 riesuma la testata sotto altro titolo (The Golden Hind), pubblicandone altri tre numeri, sempre ancorati al gusto estetizzante e di matrice simbolista di inizio Novecento, ormai sentito come poco attuale nel clima post-bellico. Sempre quest'anno scrive un altro suo libro, Focus of Life: the Muttering of Aaos, corredato di illustrazioni e frontespizio in xilografia, nel quale consolida gli insegnamenti dei suoi precedenti lavori. Tre anni più tardi pubblica il suo ultimo lavoro, Anathem of Zos: the Sermon to the Hypocrites, un ulteriore durissimo attacco alla società del tempo. Da questo momento in avanti AOS si isolerà sempre di più, concentrandosi sul lavoro magico e vivendo in povertà, trasferendosi da un atelier all'altro nei sobborghi a sud di Londra, dipingendo soggetti ai margini della società e vendendo a prezzi irrisori i suoi dipinti. Una solitudine che lo spinge in profondità nella ricerca interiore:

"I profeti e i veggenti erano eremiti. A causa delle circostanze ho vissuto per mesi una vita da eremita. La povertà mi aveva portato a vivere da solo. Fu in parte per scelta, in parte per costrizione. Il risultato è stato lo sviluppo psichico38."

Rimasto ferito durante un bombardamento su Londra nel corso del secondo conflitto mondiale, perde temporaneamente l'uso delle braccia, ma le sue condizioni di salute rimarranno sempre precarie, fino alla sua morte, avvenuta il quindici maggio 1956.


3.3. Alcuni aspetti del Culto di Zos Kia

Mario Praz, ne La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, utilizza ben poche parole per designare il personaggio Spare, paragonandolo a Crowley e definendolo «un altro occultista satanico inglese […] di cui può vedersi The Book of Pleasure […] con strambe illustrazioni simboliche»39.
In effetti AOS rappresenta un caso particolare nel panorama esoterico e artistico di inizio Novecento, a causa dell'eccentricità di molte sue opere, pervase di erotismo e occultismo, e del suo sistema magico, sotto diversi punti di vista innovativo, per quanto all'apparenza, in campo esoterico, il termine “innovazione” non abbia in sé molto senso. Le pratiche da lui ideate ed utilizzate si rifanno infatti in fondo a concetti basilari e antichi della conoscenza iniziatica di tutte le culture, che vanno dal raggiungimento di condizioni estatiche di coscienza, all'evocazione di forme-pensiero, dai “viaggi” in altre dimensioni o piani del reale, all'utilizzo delle possibilità date dalla sfera della sessualità secondo i fini perseguiti dall'operatore.
L'insieme delle conoscenze occulte elaborate da Spare è noto come Culto di Zos Kia e fa del dualismo rappresentato da questi termini uno dei suoi pilastri fondanti. Zos, oltre ad essere il nome magico adottato da AOS, designa, nelle sue parole, il «corpo considerato come una totalità»40, ossia tutto ciò che è incarnato e manifestato, che si differenzia dall'Assoluto non manifestato. Zos è simboleggiato spesso, nelle opere di Spare, dalla mano, l'organo della sensibilità. Il Kia è invece ciò da cui scaturiscono l'Essere e tutte le forme manifestate, l'origine senza forma, uno «stato che non è», in cui «non vi è coscienza in alcun senso che tu sei “ciò”»41, rappresentato invece dall'occhio, quale simbolo della visione illimitata e della coscienza assoluta, unica realtà: «Ciò che non è manifestato è l'Assoluto; ciò che è manifestato è realtà, come tutte le sue differenziazioni»42. Zos Kia è quindi un dualismo fondamentale tra Essere e non-Essere, illusione e realtà che richiama certi aspetti della filosofia gnostica, che Spare aveva avuto occasione di studiare43. Questa condizione essenziale di dualità, che vede la lontananza dell'essere dalla sua fonte assoluta, e che contraddistingue in sintesi ogni stato “normale” della vita quotidiana dell'essere umano, è valicabile, nell'ottica di AOS che in questo caso assume tinte mistiche, tramite un'appropriata ed ingegnosa operazione magica, da lui battezzata come “Posizione della Morte”. Questa è una pratica avanzata che viene descritta nel Book of Pleasure44, e che, se ben eseguita, può condurre alla dissoluzione della coscienza “ordinaria” e al conseguente contatto con la vera realtà del Kia. Si tratta di un processo che comporta la negazione del pensiero concettuale, e che porta alla disattivazione del razionalismo dell'Ego e quindi alla beatitudine, o assunzione del Kia45. L'operazione, che si divide in tre fasi, di cui la prima è una suggestione auto-ipnotica tramite lo specchio, si configura come un vero e proprio rituale di simulazione della morte fisica46, una «simulazione di morte con completa negazione del pensiero»47. In uno dei disegni che illustrano la Posizione della Morte, ritroviamo sulla destra convulsive linee automatiche che profilano la figura del praticante, il cui volto appare al livello del sesso, perché la razionalità dell'Ego simboleggiata dalla testa, qui mancante, è ormai vinta. Sulla sinistra appaiono i motivi ricorrenti dell'occhio e della mano, ora uniti, corredati da molti simboli e sigilli.
La Posizione della Morte soddisfa ciò che si potrebbe definire la “componente mistica” del culto di Zos Kia, la ricerca di una unione con l'assoluto, ma è solo una parte di esso. Dall'altro lato c'è tutto l'insieme di pratiche magiche nel vero e proprio senso della parola, che sono state esposte da Spare con un linguaggio a volte volutamente oscuro e bizzarro nelle sue varie opere, scritte e grafiche. Un aspetto centrale in questo senso è l'uso dei sigilli. Spare, influenzato molto probabilmente dagli studi effettuati come studente al Royal college of Art riguardanti l'arte antica di egizi, sumeri e babilonesi, inizia a lavorare con i sigilli all'epoca di A Book of Satyrs, nel 1906 circa. In uno dei disegni contenuti nel libro (fig.19), sulla destra del busto di donna in primo piano, se ne possono trovare cinque. Un sigillo è idealmente un mezzo grafico utilizzato in magia in grado di direzionare al meglio la Volontà del mago facendo in modo che questa si realizzi. AOS progressivamente fa del loro uso uno dei perni del suo metodo magico personale, e man mano che ne scopre le diverse potenzialità anche la loro presenza nei suoi disegni muta, dal semplice monogramma degli esordi agli elaborati sigilli delle opere dai contenuti occulti successive.
Il metodo di creazione dei sigilli è relativamente elementare48, e, se correttamente eseguito, permette di ottenere «una forma semplice che si può facilmente visualizzare a volontà e non ha una relazione pittorica troppo evidente con il desiderio»49. La non immediata associazione tra sigillo e desiderio è essenziale affinché questo si realizzi. Infatti, secondo Spare, solo tramite il completo oblio del desiderio, ovvero il suo essere celato alla mente cosciente, è possibile giungere alla sua rapida realizzazione, un processo da lui definito “unione attraverso la disponibilità assente”. Diversi sono i metodi possibili per rimuovere la coscienza del desiderio, come le pratiche di concentrazione dello yoga o la “sigillazione”, che consiste nel mescolamento di diversi sigilli raffiguranti desideri perenni e periodici (denaro, donne...) di modo che, passato qualche giorno, ci si dimentichi dell'effettivo significato di ognuno.
Uno dei possibili usi dei sigilli dati da Spare riguarda il disegno automatico, i cui meccanismi possono essere attivati tramite la concentrazione totale su di essi, volta al raggiungimento di uno stato di non-coscienza.

3.4. AOS e il disegno automatico

Sul primo numero della rivista di arti varie Form apparve un articolo, firmato da Spare e il coeditore Carter, dedicato interamente al disegno automatico, che si apre con una riflessione sui limiti dell'arte intesa come mimesi del reale:

"[l'artista] è così costretto a scoprire, dagli artisti che lo hanno preceduto, l'esistenza, nella rappresentazione della forma reale, di sostituti delle esattezze immediate; egli scopre in sé stesso una coscienza selettiva ed è soddisfatto […] dal vasto campo offerto da questa estesa e semplice consapevolezza. Eppure al di là di questa consapevolezza esiste una regione, molto più grande di quella, da esplorare. L'intelletto oggettivo, dunque, deve essere attaccato dall'artista, e deve essere usato un metodo subcosciente per correggere l'accuratezza della visione conscia. Nessuna somma di abilità manuale e consapevolezza dell'errore produrrà un buon disegno50."


L'ottica presa in esame è inizialmente quella della ricerca di ciò che permette di distinguere un «buon disegno» da quello che è semplicemente frutto del «solo interesse e dell'abilità», e questo viene individuato nella capacità dell'artista di esprimere la pienezza delle proprie idee liberandosi dalle influenze dei maestri e degli stili precedenti. Il mezzo più semplice ed efficace che conduce a questo risultato è individuato nell'automatismo:

"Uno scarabocchio “automatico” di linee torte ed intrecciate permette al germe dell'idea presente nella mente subconscia di esprimersi, o almeno lo suggerisce alla coscienza. Da questa massa di forme feconde, satura di fallacia, un debole embrione di idea può essere selezionato dall'artista e condotto alla crescita ed alla potenza piena […]. Il disegno automatico, uno dei più semplici fenomeni psichici, è un mezzo di espressione caratteristico e se usato con coraggio e onestà permette di registrare le attività subconsce della mente."


Spare presenta quindi una vera e propria riflessione teorica sul perché e sul come un artista possa ricorrere a una tecnica automatica che, nei circoli spiritici, veniva invece recepita come un “dono” da prendersi così come era dato. Egli si spinge oltre, nel notare l'affinità esistente tra il disegno automatico, «uno dei più semplici fenomeni psichici», e i meccanismi dei sogni, «che creano percezioni rapide di relazioni nell'imprevisto, come sintomi sensoriali e psiconeurotici»51.
Attraverso la pratica del disegno automatico, l'artista in grado di rendere il suo subconscio creatore, «evitando che la percezione tattile e la conoscenza pre-concettuale (non verbale) si trasformino in un dialogo interiore»52, si libera di ogni acquisizione conscia precedente, attivando un «mezzo di espressione vitale» in grado di liberare «le statiche verità fondamentali»53: l'automatismo diviene fonte di conoscenza quasi archetipica, resa possibile dall'esaltazione data dalla condizione estatica nella quale si trova il subconscio nel momento creativo. Per AOS il disegno automatico non è una sorta di potere concesso da sconosciute entità spirituali, ma una vera abilità che qualsiasi artista, esercitandosi, può imparare ad utilizzare.
Nel Book of Pleasure il procedimento per raggiungere l'automatismo è esplicitato chiaramente:

"Il Disegno Automatico si ottiene dalla Formula del Sigillo semplificata (rendete prima organico il desiderio di disegnare) ed è un modo per acquistare l'attività subconscia espressa in maniera grafica […]. La mano deve essere esercitata per mezzo di una continua pratica a lavorare liberamente e spontaneamente54."


Tramite l'ausilio di un sigillo appositamente predisposto55 (vedi anche paragrafo precedente), ci si inoltra progressivamente in uno stato di non-coscienza, dal quale si possono cominciare a disegnare semplici linee sinuose e contorte – alcuni esempi grafici li dà AOS stesso56 – che man mano possono evolvere verso rappresentazioni più complesse. Minore è la presenza della mente cosciente, maggiore è la probabilità di successo:

"Quando la mente è assente, un grande successo è assicurato. Guardare il pollice alla luce di un raggio di luna fin quando non diventi opalescente e non suggerisca un fantastico riflesso di te stesso, è un mezzo per ottenere gran perfezione: si raggiungono risultati straordinari57."


L'accento cade ancora sulle possibilità conoscitive che questa tecnica serba per coloro che siano in grado di utilizzarla attivamente:

"In questo modo tutte le incarnazioni passate possono essere espresse; tutte le creazioni viste senza il minimo sforzo. I disegni automatici sono anche il mezzo di visualizzare le sensazioni in modo simbolico […]. C'è anche il modo di predire le ultime reazioni deducendole dalle azioni passate58."

Un uso “magico” dell'automatismo grafico quale mezzo di esplorazione dei mondi interiori, capace di portare alla luce i recessi oscuri dell'identità, per assimilarli e non esserne più vittime passive, al di là di ogni credenza precedente, al di là addirittura dei limiti fisiologici della patologia:

"Il Disegno Automatico è una cura per la pazzia, perché porta alla luce il sentimento ferito, permettendo alla consapevolezza di riconoscere ciò che è ossessionante, così che il controllo della ragione ricominci da capo59."


La figura del Mago, quale iniziato in grado di sondare gli anfratti del reale senza esserne sopraffatto, si svela anche in queste parole, differenziandosi nettamente dall'approccio volutamente passivo adottato dalla gran parte degli artisti-medium esaminati. I disegni automatici di Spare, dagli inizi del Book of Pleasure ai raffinatissimi esempi della maturità, «equivalgono quasi ad una masturbazione lungo una linea che si avvolge a spirale su se stessa e risale il piano inclinato dell'estasi»60.
Il confine che separa arte della follia, arte medianica e arte magica è certamente sottile. Il Novecento ha permesso di gettare uno sguardo più approfondito in questi ambiti destinati forse a rimanere nell'ombra per la loro stessa natura. Se da una parte, scientificamente parlando, si è sempre al limite di esperienze tutto sommato ancora incomprese, dall'altro, queste stesse esperienze possono fungere da segnavia per coloro che, dotati di uno spirito saldamente ancorato a principi interiori essenziali, siano alla ricerca di una visione differente della realtà, che sia forse in grado di far riavvicinare ad essa, al di là di ogni relativismo.

"L'Arte sola avendo il dono delle lingue ha una comprensione universale, quindi conoscere i suoi principi è il sentiero iniziale verso la Saggezza e la Conoscenza61."

un ringraziamento a Roberto Migliussi e a Labirinto Stellare.









30Crowley definisce la magia come «la Scienza e l'Arte di causare cambiamenti in conformità con la Volontà». A.CROWLEY, Magick (1929), Astrolabio-Ubaldini editore, Roma, 1976, p.167.
31La più famosa di queste è senz'altro la Golden Dawn, fondata nel 1888 da William Wynn Westcott, William Robert Woodman e Samuel Liddell MacGregor Mathers. Tra i suoi accoliti , oltre a Crowley e ad AOS stessi, vi furono A.Machen, W.B.Yeats, A.Blackwood, B.Stoker.
32A tal proposito, Crowley stesso scrisse: «gli spiritisti si rendono volutamente passivi e, anziché impiegare qualche metodo di protezione, invitano volutamente tutti gli spiriti, i demoni, gli involucri dei morti, tutti gli escrementi e il sudiciume della terra e dell'inferno a coprirli di fango […] tutti gli spiritisti, più o meno, si riducono così. Sentono il sudiciume dovunque; le loro aure sono lacere, sporche e maleodoranti; trasudano il liquame dei cadaveri in putrefazione». A.CROWLEY, op.cit., p.369.
33Capoluogo della contea di Essex, fu per tutto il Seicento porto di primaria importanza; è ricordata oggi per la grande caccia alle streghe del 1692, un episodio di psicosi collettiva che portò alla condanna a morte di diciannove persone.
34L'Observer del tre novembre scrisse: «Il signor Spare si mostra al pubblico, alla galleria Bruton, con un'ampia collezione dei suoi disegni ed alcuni quadri che dovrebbero richiamare nello stesso tempo l'interesse dei suoi colleghi artisti e dei patologi, perché l'arte del signor Spare è anormale, malsana, selvaggiamente fantastica e incomprensibile, e per giunta del tipo che può far esitare il padre di famiglia a condurre sua moglie e sua figlia a questa galleria...». Cit. in F.PARISI, Lucifer over London, l'opera grafica di Austin Osman Spare dal 1904 al 1927, articolo reperibile in http://www.labirintostellare.org/content/lucifer-over-london-lopera-grafica-austin-osman-spare-dal-1904-al-1927-0
35L'Ordo Argentei Astri (A.A.) venne fondato da Crowley nel 1909. Egli, dopo essere stato espulso dalla Golden Dawn a causa di forti contrasti con Mathers, aveva aspirato a creare un ordine magico del quale essere capo, ordinandone le gerarchie e scrivendone i rituali. L'annuncio della fondazione del nuovo ordine venne dato sul primo numero della rivista occulta The Equinox (marzo 1909), da lui diretta. Si veda J. SYMONDS, Aleister Crowley, La Bestia 666, Edizioni Mediterranee, Roma, 2006.
36A.O.SPARE, Il Libro del Piacere, Edizioni Librarie Franco Spinardi, Torino, 1993, pp.16-17.
37F.PARISI, op.cit.
38Cit. in A.O.SPARE, A Book of Automatic Drawings, I-H-O Books, Londra, 2005, p.9. (traduzione nostra).
39M.PRAZ, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Sansoni editore, Firenze, 2003, p.281.
40A.O.SPARE, Il Libro del Piacere, op.cit., p.45
41Ivi, p.47.
42Cit. in G.SEMPLE, Zos Kia, un saggio introduttivo all'arte e alla magia di Austin Osman Spare, edizione privata a cura di R.Migliussi e S.Landi, Pontedera, 2003, p.7.
43Ibidem.
44A.O.SPARE, Il Libro del Piacere, op.cit., pp.36-37.
45La Posizione della Morte ha molte similitudini con diverse altre pratiche tradizionali volte al medesimo fine, ovvero la fusione tra l'individualità e la divinità, tra soggetto e oggetto. Si veda in particolare il Samadhi yogico, stato dell'essere raggiungibile solo attraverso l'esperienza di definiti stadi precedenti.
46Una tipologia rituale che si ritrova nella tradizione tantrica, ma che AOS all'epoca del Book of Pleasure non poteva conoscere.
47Cit. in G.SEMPLE, op.cit., p.26.
48A.O.Spare, Il Libro del Piacere, op.cit., p.82.
49Ibidem.
50A.O.Spare e F.Carter, Il Disegno Automatico (1916), articolo reperibile su:
tutte le citazioni che seguono sono tratte da qui.
51Spare, nel Book of Pleasure, afferma di avere iniziato a sperimentare i disegni automatici nel 1900 circa, quindi ben prima della nascita delle intuizioni surrealiste a riguardo. A.O.Spare, Il libro del Piacere, op.cit., p.91.
52G.SEMPLE, op.cit., p.16.
53Vedi nota 50.
54A.O.Spare, Il Libro del Piacere, op.cit., p.90.
55«Per determinare ciò che volete disegnare, come un Karma particolare o la vostra idea di un Cavallo, fate quel sigillo e concentratevi su di esso». Ivi, p.91.
56Ibidem.
57Ibidem.
58Ibidem.
59Ibidem.
60K.GRANT, Il risveglio della magia (1972), Astrolabio-Ubaldini editore, Roma, 2004, p.155.
61A.O.SPARE, La Logomachia di Zos, p.2, reperibile su http://www.labirintostellare.org/content/la-logomachia-zos