venerdì 12 gennaio 2018
Apparizioni e dicerie di Torre de' Busi e dintorni - una raccolta [in aggiornamento]
Il grembo della leggenda sono le impressioni del profondo inverno
I più remoti, eppur vicini, anfratti delle valli avvolti da trame denudate d'edera e spini, ricordi morti come fossili ghiacciati sulle tracce dei sentieri sepolti: segreti di cacciatori defunti, queste tracce nere di selvaggina sulla neve, nel rincorrere la preda, nel farsi preda, cacciati a loro volta dalla crudeltà silenziosa del freddo rigido e opaco, foriero di fame.
Nel gelo e nel silenzio della notte di Gennaio, poche erano le luci che occhieggiavano dalle finestre delle cascine sulle vallate buie tutt'intorno. Era il momento del ritrovo delle famiglie nelle stalle o dinanzi ai focolari, quando la solitudine alpestre rinnovava i sortilegi delle antiche storie. I vecchi narravano del bosco e le sue ombre, delle bocche spalancate delle caverne dove le volpi si rintanano, sul fondo più buio e scosceso delle valli, di bestie favellanti linguaggi profetici nella notte di san Silvestro. Storie disegnate sulle rocce calcaree delle nostre terre dal sangue versato dei clan, sostanza della visione evocante immagini brulicanti che dai primordi si riproducono nelle notti di neve.
Queste valli sono come libri, le cui pagine richiuse su scaffali polverosi sono rami, tronchi e rampicanti intricati e invadenti - leggere è percorrere questi monti rinselvatichiti lungo vecchie tracce.
Inverno feroce, luce tagliente, metti a nudo con artigli di ghiaccio ogni versante, scoprendonde i segreti: stalle, cascine, sentieri e corni di roccia. Esangue cantastorie, rompi la monotonia delle tue lunghe notti raccontando storie oscure, cantando vecchi canti, trascinando nello stupore e nel timore gli infanti e non solo, evocando l'ombra che scurisce i confini di luoghi familiari.
Qui di seguito, un tentativo di raccolta sintetica di leggende e dicerie del territorio di Torre de' Busi e immediati dintorni. (loc. sta per "località" , fraz. sta per "frazione").
- monte s. Margherita, versante NO: teatro di avvistamenti della famosa Cacciamorta, sarabanda infernale dalla storia millenaria; a seconda delle versioni, si presentano tre cagnolini o un cane a tre teste.
Per le varie frazioni si aggirava anche la "bùna càscia": si sentivano cani ululare, e si diceva che lasciassero pezzi di carne appesi agli alberi.
A Colle di Sogno la casàda dol Diaòl: latrati e ringhiare di cani imperversavano per l'alta frazione di Carenno e dintorni; un testimone, ad oggi vivente, si sarebbe ritrovato una notte in camera da letto la casàda, terrorizzandolo alquanto.
Nei pressi di Assa la cacciamorta scendeva dal crinale del Pertus.
- castello Casarola, loc. : vi si narra dello spettro di un uomo in catene, morto di sete e fame.
- castello Casarola, loc. : vi si narra dello spettro di una creatura dalle sembianze caprine, compagna dell'uomo di cui sopra.
- castello Casarola, loc. : vi era un pozzo detto "del diavolo", abbattuto "accidentalmente" da una ruspa, con la delicatezza tipica dei cementificatori lombardi.
- castello di Casarola, loc. : vi si narra di un conte morto in qualche modo in un gabinetto, strangolato o forse murato vivo (quest'ultima ipotesi potrebbe riferirsi però all'uomo in catene, di cui sopra).
- castello di Casarola, loc. : la padrona nobile del castello, detta Résinèla, venne murata viva al suo interno a causa della sua cattiveria. La notte se ne sentono ancora i lamenti.
- Incasone, loc. : è stato avvistato una sorta di lumino rosso percorrere ripetutamente il prato in paurosa pendenza di questa località.
- Fornace, presso via Fontana: si dice che vi si nascose Mussolini nel '44, e che vi fosse una zecca (conio di monete) nascosta.
- Sonne: zona di acque meandriformi lungo la provinciale che porta a Torre, una diceria piuttosto pazzesca narra ivi dello sbarco degli americani durante la seconda guerra mondiale, a bordo di un piroscafo (sic)
- val Fosca: sede di molteplici avvistamenti del famigerato Bés Gatobe, la biscia-gatto dallo sguardo omicida, chimera alpina conosciuta con svariati nomi da qui all'Austria e oltre. "Stà tent ad andà in dì bòsc che ghe in gìr ol Gatobe" ; "Ghe ne sò nel Broghèt" . Pare fosse in grado anche di saltare i corsi d'acqua.
- val Fosca: luogo di inumazione del "Baet", uomo assai malvagio in vita, nel suo fondo più inaccessibile, laddove non giunge il suono delle campane. In altra versione, a mio avviso più affidabile, il "baet" ("baita" in bergamasco) è nome del luogo dove viene seppelito un prete assai malvagio, detto "mutù", da tre uomini, che hanno l'ordine di sodomita memoria di non voltarsi una volta compiuto il loro dovere. Uno di essi (o forse tutti) trasgredisce la direttiva e muore sul colpo.
- val Fosca : vi venivano in generale esiliate le anime malvagie,non accettate al camposanto, si sconsigliava di passarvi la notte o durante i temporali, poiché vi si sentivano spettri e alberi che si spezzavano ma che il giorno dopo, senza alcuna spiegazione, erano integri al loro posto.
- cà Brago, loc : c'era una non meglio identificata casa infestata dal fantasma di un suicida.
- col di Fopa, loc. : la baita del Màgher, luogo di passaggio lungo un'erta mulattiera, era teatro di bizzarre dicerie. Bisognava , secondo alcuni, lasciarli del cibo ad ogni passaggio, altrimenti si veniva maledetti; secondo altri, era il Màgher stesso a offrire un mestolo di minestra ai viandanti; secondo altri ancora il Màgher offriva del vino ai già alticci passanti reduci dalle notti d'osteria - i quali avevano quindi il pretesto per tornare a casa completamente in palla, probabilmente.
- Valcava, fraz. : vi si avvistava la donna del Gioco al valico.
- Maglio, presso Regurida: negli anni '50 del XX secolo è stata avvistata la donna del Gioco sul ponticello che porta alla mulattiera in una notte estiva. Il fatto causò gran scalpore.
La donna del Gioco è anche visibile, di notte, troneggiare su tutta la vallata, con una gamba sul monte s.Margherita e una sul monte Tesoro. Da altri è chiamata col nome più brianzolo "Giubiana".
- ponte della Lisegna, presso Tegiola : presso la grotta al di sopra della strada, si dice che prima della costruzione della stessa, durante la seconda guerra mondiale, vi trovassero riparo bande di giovani che non volevano essere arruolati. Sempre nella stessa grotta, alla fine della guerra, sarebbe stato ritrovato un cadavere di incerta origine.
- cà Macone, loc. presso Sogno : la lacca, o pozzo verticale situata nei pressi, si dice fosse un tempo talmente profonda da portare alla sorgente dell'Ovrena, diverse centinaia di metri più a valle. Questo prima di essere completamente riempita di immondizia, purtroppo. Un'altra diceria riguarda un figlio non voluto che sarebbe stato gettato dentro la notte stessa del parto; secondo altri il neonato sarebbe invece stato lasciato nella zona della sella verso Carenno.
- Sogno, fraz. : una certa casa, contraddistinta dalla particolare foggia delle finestre, era famoso luogo di spettri. I ripidi castagneti e gli erti sentieri della zona pare siano in generale piuttosto "frequentati"...
- Colle di Sogno (Carenno) : lungo la mulattiera che saliva al colle da Carenno, si trova a un certo punto una cappelletta nei cui dintorni dimoravano i "capelloni", strani spettri dai lunghi capelli incontrati più volte dagli abitanti del luogo che si attardavano la sera. La zona è luogo di altri incontri bizzarri: spettri di vecchie che ramazzano e catene che risuonano.
- Colle di Sogno (Carenno) : lungo la strada che porta al borgo, in prossimità dei grandi faggi circostanti, si avvertivano la notte strane presenze invisibili, con sospiri, passi e strepiti. Sempre in questa zona, le coppie che si appartavano in automobile venivano spesso disturbate da strane e innaturali vibrazioni che scuotevano l'abitacolo.
- Il monte Brughetto presenta, sul versante che si circosrcive arrivando al Colle di Sogno, grandi muri a secco, che diceria popolare diceva fossero resti di un convento di frati - forse di rimando a quello, realmente esistente, del Pertus più a settentrione. In realtà si tratta delle strutture di supporto alla cava di pietra presente in loco, e utilizzata per la costruzione della parrocchiale di Carenno agli inizi del '900.
- monte Tesoro : i suoi soleggiati versanti prativi che dominano la vallata della Sonna ospitano diverse cavità carsiche, in una delle quali si dice abitasse in pianta stabile un personaggio soprannominato "Lupo". Di storie di persone che abitano grotte poste in luoghi più o meno remoti è pieno tutto l'arco alpino. Rimembranze dell'uomo delle selve?
- monte Tesoro : era luogo d'elezione della paurosa cavra Besula (o Sbrésola, Sbrégiola) altra tipica creatura infernale alpina.
- strada provinciale che porta a Colle di Sogno : nei pressi di Barilette, prima della valletta della Chigarolla, sulla sinistra si alza la vecchia mulattiera che porta a Piea / San Marco. La prima minuscola stalletta che vi si incontra era abitata dal "Carunfa", che porgeva ai viandanti un mestolo di minestra (vedi sopra, il Màgher al col di Fòpa).
- Mòrcc di càmp, chiesetta dei Morti all'imbocco della valle della Sonna : era luogo di avvistamento di vere e proprie processioni di spettri, forse i morti del paese. Uno di questi poteva porgere al viandante una candela, che una volta scomparsa la processione, diveniva un osso (in altri contesti orobici, vedi per es. Ornica, un serpente).
- Lacca di Fò, alla cascina omonima : si dice fosse talmente profonda da arrivare all'Adda.
- Nata di Barilette , loc. : si dice fosse talmente profonda da arrivare al mare.
- Cà Martinone , loc. : sede della leggenda dei gatti parlanti.
- Cà Bianca, loc. presso San Marco (Piea) : avvistamenti di uno spettro.
- òl brusàtt : uomo blasfemo e malvagio, avendo distrutto in un impeto d'ira bestemmiante un crocefisso, venne trasportato dalla chiesetta di s.Michele al cimitero avvolto nelle fiamme.
- un altro lumino vagante si vedeva di notte muoversi nella valle della Sonna, più o meno tra le contrade di Urida e Introbina.
-San Gottardo : era presente lo "sperèt malègn", che si aggirava la sera sotto i portici delle cascine.
-Valcava: all'Alpino, vecchio albergo, si diceva che si sentissero gli spiriti.
[La lista è in aggiornamento].
seguirà a breve, spero, una raccolta più articolata riguardante racconti e leggende della valle.
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Storie interessanti di tempi passati.memoria storica e tradizione non son da abbandonare.per noi e per chi verrà. MC.
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