giovedì 16 giugno 2011

Caduta nella vita


Forme pensiero cristallizzatesi nel reale, attraverso la compulsiva ripetizione di atti che mettono in moto forze invisibili e inconsistenti ma in grado di addensarsi pesantemente ai bordi dell'esistenza di chi o cosa è coinvolto in questo meccanismo. E' questo il versante oscuro delle pratiche apotropaiche e delle maledizioni? Un esempio banale, intriso di vergogna: è possibile che una fantasia sessuale ossessiva solidifichi il proprio immaginario nella vita di tutti i giorni attraverso il sacrificio costante di parti innominabili del sè? Dove va a finire tutta quell'energia autodistruttiva?
La mia mente è una palude i cui miasmi notturni fanno da flebile guida ai pensieri smarriti degli Altri verso la mia realtà. Ma non è così per tutti?
E l'odore dei millenni, le suggestioni più inafferrabili, l'angoscia sfuggente del sole del mattino, la demenza terminale dei linguaggi... fuochi fatui appena scorti tra le ombre della sera.
Le alterità finitamente possibili della natura fanno i loro giochi su questa fitta rete di sensazioni fluide e al limite dell'intuizione, ma sempre comunque pervasive?
Sicuramente il loro limite ultimo e necessario, ormai, non si trova più nella semplicità estraniante della carne...

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