sabato 30 novembre 2013

Piccolo omaggio alla Valle della Sonna (Torre dè Busi)


Reca ancora tracce del suo millenario passato insubrico - un sentore di ricordi e tradizioni che trasuda dai suoi luoghi pure oggi, evocato da pochi stralci sensoriali, come il profumo delle resine bruciate negli antichi camini delle case. Sfigurata irrimediabilmente dagli scempi irrecuperabili della lebbra edilizia, l'anima raccolta della valle persiste ancora nel fascino delle rocce e dei solchi complicati dei dirupi, attraversati di quando in  quando da forre oscure e umide sul cui fondo scorre qualche sonnolento rivo pronto a ingigantirsi nei grigi giorni di pioggia insistente. Luoghi dal carattere spesso ruvido e aspro, sebbene non si sia ancora "in alto": qui la collina esprime il suo volto più tormentato, eredità diretta della pietra sgretolata del Resegone. Vallette e anfratti fangosi tra i castagneti malati, ruderi di vecchie case e fienili in rovina che occhieggiano con orbite vuote dal buio dei boschi abbandonati, o dalle verdi radure solitarie dei prati del Tesoro, più in alto, laddove un tempo i veri tesori delle famiglie, i pascoli e il bosco, erano ancora gentilmente e faticosamente curati.... Luoghi di leggende anche inquietanti, dove la notte è lunga e fredda perché i pendii delle colline, nei giorni d'inverno, diventano scrigni di ombre che subito si spalancano al crepuscolo.
La vecchia mulattiera che, snodandosi tra i più importanti borghi della valle, costeggia ancora oggi la gorgogliante Sonna, attraversa luoghi dimenticati dal tempo, come la meravigliosa san Michele in procinto di franare su se stessa, e porta infine al valico di Valcava, che conduce alla Val Imagna. Può essere un viaggio interessante, sulle orme secolari dei padri, ideale vagabondaggio con passo lento e meditato, invernale per definizione. Prima che il poco che rimane diventi polvere, vale la pena viverlo, anche se appare così ingannevolmente vicino.
(foto di S., località la Bratta)

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