martedì 21 agosto 2012

Omaggio a Bergamo Alta- prima del suo totale svilimento turistico

L'umido sentore della rovina permea la città come all'approssimarsi di una catastrofe, ne segna le mura con macchie opache di pioggia sulle pietre verticali e i volti degli abitanti, serrati, silenziosi di un astio represso.
I magri campanili che spuntano dai vicoli e dalle strade non hanno più lancette sui loro quadranti.
Le grandi porte d'accesso alla città sono state divelte. Solo i cento rintocchi della campana del coprifuoco ricordano ai cittadini l'imminente calare della sera.

UNA SERA ANTICA NEL PROFONDO DELL'ESTATE
Studenti solitari, ubriachi e malinconici, vagano come spettri tra le antiche piazze e le strade nude, vomitate da porticati medievali dalle scure vesti d'edera delle facciate dei palazzi.
Come uno di loro, un'ombra silenziosa che striscia tra gli edifici del borgo antico, mi muovo tra i vicoli di pietra dal gelido respiro delle cantine incuneate nel ventre buio della collina. Nell'atmosfera la polvere di arenaria corrosa dai secoli e la sua interazione alchemica con la pioggia della sera. Le pareti delle case, le mura, i sottotetti delle chiese invasi dai tarli, sono tutte appendici architettoniche delle spirito della città, permeate di memorie sconosciute.
Come nicchie di smeraldo vivo, i giardini nascosti dei palazzi dormono nella luce del sole. I tuoni di un temporale, lontano sulle montagne, fanno risuonare la loro eco fin nelle fondamenta di roccia della città, tra gli oscuri anfratti odorosi di argilla dei passaggi nascosti sotto le mura, e nelle secolari cisterne sotterranee degli acquedotti ormai vuoti.


Spegnendo fuochi inguinali in un bagno di acqua rossa e ardente, in un borgo medievale come questo, del quale mi sento come un'emanazione, mi accarezza il vento notturno, tiepido e fiorito, che trasporta con sè le incerte note di un pianoforte distante, insieme ai ricordi delle ebbrezze passate, quando le notti di agosto correvano lente e turgide di colori e sensazioni sgargianti...

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