lunedì 27 agosto 2012

Sulle pratiche medianiche e lo spiritismo

Solitamente lo spiritismo e tutto l'insieme di operazioni affini ad esso puntano a un obiettivo principale, che sarebbe quello di contattare intelligenze esterne- uno dei compiti magici più importanti. Nonostante ciò, questo insieme di pratiche risulta alla fine equivoco e di scarso valore, se si è abbastanza consapevoli e acuti da capirne il perché.
Per prima cosa, bisogna analizzare criticamente e ad un livello esoterico più profondo cosa si intende con ciò che generalmente si classifica sotto l'etichetta di "spiriti", ovvero le entità da contattare. Di solito si tende a ricercare il contatto con persone defunte, e non credo sia necessario dilungarmi troppo su quanto questa pretesa si dimostri puerile. Anche nel caso ipotetico che tale incontro avvenga, le informazioni che verrano desunte non saranno in alcun modo utili a una ricerca spirituale soggettiva ben condotta. Le forze psichiche, una volta coinvolte in queste operazioni, sono difatti alla totale mercè degli avvenimenti in atto, a causa della forzata passività alla quale il "medium" si costringe nel  tentare il contatto. Questo può portare a un movimento di energie in grado sì di manifestarsi a livello sensibile (con grande stupore degli astanti, solitamente alla ricerca di "emozioni forti"), ma non per questo in qualche modo utile, o  quale dimostrazione inequivocabile della presenza di entità esterne e autonome rispetto al medium stesso. In effetti, durante le sedute di solito si ha a che fare con i residui psichici-energetici "pesanti" dei defunti (le "larve" e gli "involucri" astrali) che vengono per forza di cose attirati dalle operazioni medianiche. E' risaputo infatti che  la cosa più semplice sia l'invocare "spiriti" di gente deceduta di recente morte violenta, una condizione che oltre a rendere l'operazione in sè più suggestiva e quindi efficace, favorisce a quanto pare l'attrazione medianica tra ciò che rimane del corpo sottile del defunto, affamato di energie vitali, e quello pronto a cedergliele del praticante. Il medium gli concede quindi l'energia sottile necessaria affinchè si manifesti, facendosi così praticamente vampirizzare. Succede spesso che questo comporti delle conseguenze fisiche sull'operatore: confusione mentale, sensazione di freddo intenso con tremori violenti sono i sintomi più evidenti di una imminente ossessione.
Il contatto con tali entità non è di alcun aiuto in quanto la grandissima maggioranza di queste sono ciò che rimane di quelli che in vita sono stati dei semplici esseri umani... e se non hanno avuto un minimo di conoscenza spirituale da vivi, immaginiamoci quanto affidabili e utili possano essere le loro "affermazioni" da morti! Lo stesso discorso si può fare per quanto riguarda i tentativi di invocazione medianica di intelligenze non umane; è il metodo in sè che non può funzionare, perché "gli spiritisti si rendono volutamente passivi e, anziché impiegare qualche metodo di protezione, invitano volutamente tutti gli spiriti, i demoni, gli involucri dei morti, tutti gli escrementi e il sudiciume della terra e dell'inferno a coprirli di fango" (Crowley, Magick, p. 369).  La volontà è annichilita e svuotata, e ci si trasforma "consapevolmente" in un magnete capace di attrarre a sè le influenze più basse e vili (questo dipende però anche dalla conformazione spirituale del praticante).
Spesso infine, data la fumosa opacità di questo genere di esperienze, molti esperimenti non si  rivelano essere altro che il risultato di una forte autosuggestione che va ad attivare forze psichiche solitamente latenti; questo è forse l'unico dei vantaggi ottenibili da questo insieme di operazioni, in quanto si vanno a rendere manifeste parti della propria identità di cui magari non si era a conoscenza. Sicuramente per raggiungere tali risultati esistono strade più redditizie e meno "pericolose".
Generalmente, l'invocazione di forze è un procedimento comune in molti sistemi magici, ma differisce ovviamente dalle azioni medianiche; serve, tra le altre cose, a operare quei cambiamenti sottili del sè che sono necessari nel proseguimento del proprio sentiero. Tramite l'invocazione ci si identifica ad una ben precisa e precedentemente scelta entità "esterna", ovviamente non umana, per fare in modo di coglierne via via le diverse qualità costituenti e di integrarle, o risvegliarle, in modo cosciente alla propria individualità. Detto questo, il contrasto con le pratiche medianiche è evidente: da una parte la volontà è direzionata ai fini della crescita interiore, dall'altra viene svuotata e resa pronta a divenire preda di un qualche scarto umano astrale, di un'ombra dei morti, o di una semplice suggestione, in modo volontario.
Lo spiritismo è giustificabile magari quale mezzo di evasione dal grigiore della quotidianità per un qualche adolescente curioso; prenderlo sul serio al di fuori di ambiti "goderecci", per quanto le sue manifestazioni fisiche o meno possano essere sensibili o eclatanti, non ha a mio avviso molto senso.

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