lunedì 9 luglio 2018
Sempre alla ricerca di leggi fisiologiche universali - ciò non permette di sfuggire alle stesse, comunque. Ogni suono echeggia nella notte fino a perdere di consistenza, e svanire; non rimane che la memoria, reale o meno, non importa. Ogni esistenza umana è un'incarnazione continua e senza fine - e già un flautare malinconico si dissolve tra il ruscello e i castagni.
Abbiamo brindato ed evocato visioni, e nella luce trasognata dell'aurora l'evirato ammutolito giace addormentato, forse in attesa di un'ebbrezza perpetua e massacrante. Più oltre gli astanti e i beati poveri di spirito giubilano ancora dinanzi a belve assopite e sconcertate dal riflusso delle orge notturne. Inoffensive e crudeli, i ceppi alle zampe, sussurrano oscurità all'eremita lontano - egli è impaurito dal loro ruggito, la lanterna spenta per rendersi cieco ai loro occhi. E il giovane Dio - signore estatico, zoccoli d'acciaio - è partito già, è nascosto nel folto.
Canti, risa e primavere sono remoti, incomprensibili relitti densi di misteri.
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