Qualche prematuro appunto ordinatore sul mio approccio all'esistenza.
-Sto cercando di approdare ad una condotta di vita apparentemente scontata nel clima di quest'epoca: quella della scelta.
-Nel regime democratico, la "libera scelta" non è altro che scelta del più facile per la maggior parte degli individui. La mia posizione è un quesito costante sgorgante dalle profondità del mio essere: in questa condizione nulla può essere mai dato e preso in modo sconsiderato.
-Oggi come oggi, mi trascino dietro la mia esistenza come un'appendice della mia coscienza annebbiata dal caos dei miei giorni.
-L'affettività sessuale è per me il carnevale dell'eiaculazione: non pretendo orgie cellulari nè fusioni dello spirito in seno all'onnipotenza della vita. Citando Caraco, un mondo oggi agognabile è un mondo di sodomiti e onanisti, e per ora sono parte integrante della seconda schiera.
-Del resto, sono palesemente contrario al banale manifestarsi della vita umana, laddove questa sia più o meno coscientemente Voluta; e forse questo mia natura si rinviene negli stessi lineamenti della mia carne: è normale quindi che alle donne, e non solo, appaia come un idiota senza anima o una sorta di spettro in vita, e tendano di conseguenza a evitarmi.
-In realtà, schifo anche le puttane: questo perchè tendo ad idealizzare ogni attrazione sessuale attraverso l'immaginazione e l'irreale. L'unica unione sentimentale che posso concepire prevede la totale dissoluzione della mia volontà al di sotto di quella di Lei; l'inevitabilità del sacrificio seminale-spirituale ai piedi della sua selvatica, vitale divinità.
-Il principio della scelta si riflette anche nel mio recente vegetarianesimo. Se le decisioni e le azioni riguardanti la vita e la morte di un animale spettassero solo ed esclusivamente a me (allevamento, abbattimento, macellazione, etc) potrei anche pensare di cibarmi della sua carne. Ciò che detesto è la dimensione industriale, meccanizzata, nascosta che ha assunto l'allevamento di animali "da macello" (o meglio, "macchine da carne") in questo ultimo secolo. Nel mangiare animali oggi non si opera una scelta pienamente consapevole, perchè si scinde l'immagine della carne commestibile in sè dalla fonte orrorifica, disumana della sua provenienza.
-Non ho particolare interesse per ciò che riguarda il mio "futuro" professionale: mi pare che un aspetto della "libertà" di cui gode l'uomo post moderno sia la sua identificazione individuale con il proprio lavoro. Ogni frangente della realizzazione individuale, così come concepita oggi, è volto all'acquisizione di una professione o di un impiego socialmente standardizzato. Un'ottica impiegatizia e "produttivizzante" dell'esistenza che preferirei non avere tra i piedi. Le masse universitarie accampano troppe fastidiose pretese di "crescita" (la prospettiva non cambia) personale e non, per il futuro. Ma l'unica cosa che rimane da augurarsi a mio avviso è la decrescita, in ogni senso.
-L'azione massificante del denaro si muove e trae forza dal Sociale; la mia unica risposta e aspirazione si trova nella spiritualità soggettiva. Non so se e per quali vie questa si potrà manifestare. La vicinanza con la morte è inevitabile. Bisogna scegliere tra questa e la noia dell'eccesso di vita che si subisce ogni giorno, soggettivamente e non.
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