mercoledì 20 maggio 2015
Doxa II : ricercare l'esperienza formativa, che garantisca un futuro nel campo del
O discepolo!
Se la cerchi, soffrirai;
se la trovi, nascondila;
se te ne servi, nessuno lo sappia.
Il vero filosofo
deve rimanere ignoto.
Vivo del disinteresse di matrice cosmica e della disintegrazione di ogni supponenza intelettuale, rimanendo ancorato alla vita, nella sua accecante luce vibrante di cruda tenerezza; nella negazione assoluta di quel che oggi è dato come indubitabile ai limitati sensi delle masse.
Queste pretese di "realtà oggettiva" nei confronti di tutto, e ridicolmente soprattutto di ciò che è proprio allo spirito, e che hanno portato alla disumanizzazione, all'ineluttabile meccanizzazione dell'uomo - Kali Yuga - queste pretese connaturate al mondo psichico odierno, volto esclusivamente all'esterno del sé, alla ricerca spasmodica dell' "esperienza" e della "novità" fine a sé stessa, sono gli squallidi riflessi di una civiltà morente di una vecchiaia demente, il ritorno postumo ad una infanzia cadaverica.
Questo approccio "esteriore" è proprio ciò che non permette la comprensione di quello che deridete e temete.
L'ultimo - forse eterno - gesto eroico è la capacità del totale dimenticarsi, attraversare l'abisso, scagliarsi con la lenta fermezza della marea crescente al di là dei propri residui identitari, per risorgervi radiosi, nel riso scheletrico della Volontà profonda oltre le banali concrezioni dell'Io, nel sublime mutismo del desiderio incarnatosi.
Ma quanta forza, noncuranza e corrosiva ironia portate all'estemo prima di tutto questo?
L'infanzia fisica non è che l'immagine di numerose infanzie che si succedono nella storia dello spirito sulla via dell'iniziazione; la risata del folle si perde nell'invocazione del mago mentre secoli di sogni si succedono precipitando nella notte. [immagine : V.Hugo, pianeta Saturno , 1850 ca]
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